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Bari, non è finita l’indagine sui furbetti dell’indennità

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Regione puglia

Dopo l’arresto di due avvocati, il Tar di Lecce manda in Procura gli atti su un altro legale che ha chiesto milioni alla Regioneil buco nero dell’agricoltura

Martedì 21 Febbraio 2023, 06:01

BARI - Il pozzo senza fondo delle spese legali per le indennità compensative in agricoltura, che nel 2020 portò ai domiciliari due avvocati baresi, potrebbe non essersi ancora prosciugato. Altre centinaia di piccoli pignoramenti, notificati da un singolo avvocato da fine 2020 a pochi mesi fa, hanno fatto ripartire un meccanismo che finora è costato alla Regione non meno di 28 milioni di euro. Ma una sentenza del Tar di Lecce potrebbe aver fatto saltare il giochino.

C’è infatti un nuovo capitolo dell’indagine affidata al procuratore di Bari, Roberto Rossi, che per questa vicenda ha già portato alla contestazione delle ipotesi di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, falso ideologico e materiale, autoriciclaggio e corruzione in atti giudiziari. A giugno scorso, infatti, il Tar di Lecce ha accolto parzialmente il ricorso per ottemperanza su un decreto ingiuntivo emesso dieci anni prima dal Giudice di pace di Martina Franca, ma ha allo stesso tempo disposto la trasmissione degli atti all’Ordine degli avvocati e alla Procura di Taranto un «perché valutino, per quanto di competenza, il complessivo comportamento processuale (compresa la fase monitoria) dell’avvocato ricorrente», che si chiama Antonio Gaudiomonte. Il decreto ingiuntivo azionato era definitivo, ma i giudici amministrativi non hanno potuto fare a meno di prendere nota di quanto obiettato dalla Regione: ossia che il debito originario era stato pagato nel 2008, a seguito di pignoramento sui conti della banca tesoriera, «e dunque rende arduo pure comprendere» come abbia fatto quattro anni dopo il Giudice di pace a ingiungere il pagamento di altri 539 euro di interessi (più altri 270 euro di spese)...

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