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Gas e luce in calo? La testimonianza una barese: «Da gennaio per la corrente +368%»

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

Gas e luce in calo? La testimonianza una barese: «Da gennaio per la corrente +368%»

Si stimano costi pari a 3.422 euro per una famiglia tipo nell'anno 2023

Sabato 07 Gennaio 2023, 13:13

Star dietro ai prezzi di luce e gas rischia di far venire il mal di testa. Tanto che nella maggior parte di casi i consumatori preferiscono tacere e pagare supinamente. In prospettiva, visto il calo delle quotazioni delle materia prime, una riduzione del conto in bolletta ci sarà, ma l’incidenza sarà pressoché irrisoria sugli esborsi delle famiglie, dal momento che è impossibile, almeno a breve scadenza, tornare ai livelli di inizio 2021. L’Arera ha comunicato che a dicembre il prezzo della materia prima gas per i clienti con contratti in condizioni di tutela è fissato a 116,6 euro/MWh, pari alla media dei prezzi rilevati quotidianamente durante tutto il mese, con un aumento, rispetto a novembre, del 23,3%. In quanto all’energia elettrica, l’incremento nel quarto trimestre 2022, rispetto al precedente periodo, è stato del 59% nel mercato tutelato (raggiunti i 0,53451 euro al kWh), con il PUN (Prezzo Unico Nazionale), parametro di riferimento per il mercato libero, in rialzo a 371,74 euro al mWh (ne consegue un risparmio rispetto al libero, sempre che i fornitori non applichino uno spread). Secondo le stime del Codacons, la principale associazione di categoria dei consumatori, la spesa annua nel 2023 sarà pari a 1.350 euro a famiglia tipo (genitori e due figli) per l’energia elettrica (con un presunto ribasso di 432 euro sul 2022) e 2.072 euro per il gas (1.866 euro l’anno scorso). Ma la previsione potrà cambiare se condizionata da variabili imprevedibili. Al momento, è certo che la prossima bolletta (in arrivo entro febbraio) metterà in difficoltà moltissimi utenti, nonostante la proroga degli aiuti del Governo per i meno abbienti, il taglio degli oneri di sistema e il credito d’imposta per le imprese (fino a marzo, per ora).

A soffrire sarà soprattutto il ceto medio (peraltro, a breve sarà tempo di conguagli…), anche perché l’Arera, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato, su ricorso delle compagnie dell’energia, ha accolto le rivendicazioni di queste ultime circa la possibilità di cambiare le tariffe se arrivate a scadenza, una novità che sostanzialmente depotenzia gli effetti del Decreto Aiuti bis approvato dal Governo Draghi (stop alle variazioni contrattuali e tariffarie fino al 30 aprile 2023). Il nuovo esecutivo ha prorogato il provvedimento fino al 30 giugno, ma non è intervenuto ulteriormente, lasciando campo libero ai fornitori e di stucco i clienti finali. «A fine 2022 - afferma Dario Durso, referente del Codacons di Bari - sono giunte in scadenza molte delle offerte promozionali praticate dalle società fornitrici ai loro clienti, in cambio di vincoli contrattuali pluriennali. Le medesime società daranno corso immediato agli aumenti tariffari già annunciati sul finire del 2022, in contrasto con l'articolo 3 del Decreto Aiuti bis. Si aprirà quasi certamente una stagione di contenziosi nel settore dell'energia».

A consultare gli esperti del Codacons sono decine di cittadini, perlomeno per avere informazioni su come procedere. Fra questi c’è una barese residente a pochi passi dal liceo classico Flacco, in corso Vittorio Veneto. La signora, che risiede in un appartamento insieme con un’altra persona, ha ricevuto ad agosto (dopo l’entrata in vigore del Decreto di cui sopra) una lettera con la quale si comunicavano le nuove tariffe: da questo mese dovrà pagare il gas (prezzo bloccato per un anno) 1,4 euro al metro cubo, con un incremento (da 0,38 euro) del 368%, e l’energia elettrica 0,29 euro (non male) anziché 0,24 (ma per i prossimi tre anni) in fascia alta e 0,11 euro da 0,09 in quella più conveniente. «Avevo già subito un aumento nel 2022 - afferma -. Tutto sommato, però, sono riuscita a mantenere inalterati i costi con alcuni accorgimenti. Prima di tutto ho deciso di sostituire gli infissi del lato nord, quello che dà sul lungomare, approfittando del bonus ristrutturazioni del 50%. Poi ho chiuso i termosifoni dei vani che utilizzo di rado, come il salone. Inoltre, accend l’impianto di riscaldamento nelle altre stanze per massimo 2-4 ore al giorno e quando ho bisogno di ventilare l’ambiente apro le finestre da una parte e dall’altra dell’abitazione per soli 10 minuti in modo da evitare di raffreddare le pareti. In effetti, la riduzione di consumi c’è stata. Ma con gli aumenti praticati il salasso sarà insopportabile».

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