Edilizia giudiziaria
Parco della Giustizia di Bari, a giorni l'assegnazione dei lavori
Dieci imprese hanno partecipato al bando del Demanio per la demolizione delle casermette
BARI - A giorni sarà aggiudicato il bando dell’Agenzia del Demanio per la demolizione delle strutture militari dismesse Milano e Capozzi, dove sorgerà il nuovo Parco della Giustizia. In dieci hanno partecipato e in questi giorni la commissione sta analizzando e valutando le offerte, cui seguirà la pubblicazione della graduatoria e quindi l’assegnazione dei lavori che, stando al cronoprogramma, inizieranno in primavera e dureranno 210 giorni.
LA GARA PER LE DEMOLIZIONI - Tra le dieci offerte arrivate c’è quella della società, specializzata in demolizioni, Armofer Cinerari Luigi Srl di Pavia. Ha partecipato anche la tarantina Serveco Srl, specializzata in raccolta rifiuti e bonifiche, in rti con Lamera Scavi Snc di Bergamo. Una ulteriore offerta è arrivata dal costituendo Rti composto dalla veneta Demiced Srl con la piemontese Massuccio Costruzioni. Altro Rti in gara è Daf Costruzioni Stradali Srl di Milano con la società Massicci Srl di Latina. Anche l’impresa di demolizioni De Lucia Vito, di Conversano, punta ad aggiudicarsi l’appalto. Coma la Hexa Green Srl di Venezia, la Idea Srl, la Impresit Lavori Srl di Roma, la Manelli di Monopoli e il Rti composto dalla campana Epsilon 2000 con la Edil Moter di Guidonia.
L’appalto ha un valore massimo stimato di 14,3 milioni di euro. Il termine per la presentazione delle domande è scaduto il 21 novembre. Da quel giorno hanno cominciato a decorrere i 60 giorni per l’aggiudicazione, cui seguiranno altri 45 per la consegna del cantiere, 30 per stilare il cronoprogramma dei lavori e, finalmente, 210 giorni, quindi sette mesi, per eseguire le demolizioni. Il bando precisa anche come dovranno avvenire le operazioni di demolizione. Per gli edifici in cemento armato prefabbricati si procederà con la tecnica della de-costruzione, cioè con lo smontaggio meccanico di tutti i componenti. Successivamente allo smontaggio, gli elementi prefabbricati, prima di essere conferiti in discarica, devono essere ridotti in frantumi per consentire la separazione dei materiali ferrosi dal calcestruzzo.
Le ex caserme da abbattere, è spiegato dettagliatamente nel bando, sono collocate dirimpetto l’una con l’altra e sono separate da via Alberotanza. Il compendio è attualmente costituito da 26 costruzioni (fabbricati e strutture coperte), 13 per ciascuna caserma, tra ex alloggi per i soldati, torrette di guardia, camerate, magazzini di reggimento e uffici e anche una ex officina per la manutenzione di autovetture e mezzi di combattimento.
IL PROGETTO DEL PARCO - Al posto dei 26 fabbricati militari sorgeranno i nuovi uffici giudiziari, progettati dall’Atelier(s) Alfonso Femia Srl di Genova, che si è aggiudicato il bando dell’Agenzia del Demanio, come edifici dai materiali innovativi ed ecosostenibili inseriti in uno spazio urbano dove il verde sarà protagonista. Quasi 150mila metri quadri di cui circa 105mila (il 70%) destinati a parco verde attrezzato e poco meno di 45mila a superficie coperta (il 30%), cioè i quattro futuri Palazzi di Giustizia, con al centro la «piazza dei tribunali», che sarà caratterizzata da vasche di vegetazione, fontane e filari di alberature.
Il «quadrifoglio» dei Tribunali prevede la realizzazione di quattro edifici a corte di tre o quattro piani. La zona del parco attrezzato, invece, potrà ospitare campetti sportivi, aree di sosta panoramiche, aree relax attrezzate, aree espositive all’aperto, un lago e la grande «piazza dell’acqua».
IL CRONOPROGRAMMA - Stando al cronoprogramma, l’opera - del valore complessivo di 256 milioni di euro - sarà consegnata (almeno la prima parte, destinata agli uffici penali) entro il 2026.
Per poter procedere con gli interventi di realizzazione del nuovo polo giudiziario, però, sarà necessaria l’approvazione di una variante al piano regolatore, che trasformi la destinazione di quella zona del quartiere in «Aree ad uso delle attrezzature di servizio pubblico a carattere regionale o urbano». Su questo si prevede che continui la battaglia degli ambientalisti (il Consiglio di Stato per il momento ha respinto l’istanza cautelare e nei prossimi mesi si pronuncerà nel merito).
In attesa del Parco, sono in corso i lavori di adeguamento della seconda torre Telecom al quartiere Poggiofranco per raddoppiare - come soluzione ponte - gli spazi destinati al penale.