Infrastrutture
Nodo ferroviario di Bari, nuovo stop del Tar. La Regione: «Faremo appello»
Niente lavori nell’area di Lama San Giorgio. A rischio i fondi del Pnrr
BARI - Il Tar di Bari ha annullato l'autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Regione Puglia per il progetto del nodo ferroviario, a sud di Bari, che prevede il raddoppio dei binari per 10 chilometri e la variante di un tratto della strada statale 16. Secondo i giudici amministrativi il progetto del Nodo ferroviario non può attraversare l’area di Lama San Giorgio nel territorio di Noicattaro.
Pronunciandosi sul ricorso proposto da comitati ambientalisti (la cui legittimazione è stata esclusa) e cittadini proprietari di terreni nella lama, il Tar ha stabilito che la Regione deve esaminare alternative al tracciato già approvato da oltre 10 anni.
L'opera in questione, «Infrastruttura strategica Nodo di Bari: Bari Sud (tratta BariCentrale - Bari Torre a Mare)», sposta i binari dalla linea del mare in un'area più interna andando a toccare le lame che sono vincolate paesaggisticamente. Il Tar lo scorso luglio aveva già sospeso l'autorizzazione paesaggistica, decisione poi ribaltata dal Consiglio di Stato.
Regione e Rfi (che gestisce l’appalto) hanno annunciato che faranno immediatamente appello. Ma la decisione potrebbe nel frattempo comportare lo stop ai lavori che sono finanziati in parte con fondi del Pnrr, a rischio disimpegno.
IL COMMENTO DI BELLOMO
La decisione del Tar, che ha annullato «l'autorizzazione paesaggistica data dalla Regione per il progetto della nuova rete ferroviaria nella zona di Lama San Giorgio, a sud di Bari, che prevede il raddoppio dei binari per dieci chilometri e la successiva variante di un tratto della strada statale 16, significa privare il territorio di una infrastruttura strategica che può semplificare la vita a milioni di cittadini». Lo dichiara Davide Bellomo, deputato della Lega, commentando la sentenza del Tar Puglia emessa ieri che blocca l'opera infrastrutturale a Bari. «Non possiamo continuare - aggiunge - a restare in totale ostaggio di un ambientalismo veterocomunista, per di più di facciata, che già tanti danni ha prodotto in termini antistorici per l’economia pugliese». «Ben venga - riferisce - l’intervento personale del ministro Salvini, fatti tutti gli approfondimenti della vicenda con gli uffici, a partire dall’inesistenza di alternative localizzative, per arrivare a trovare una soluzione che, nel pieno rispetto dell’ambiente, consenta alla Puglia di non rimanere indietro e di avere presto quell'Alta Velocità che finora le è stata negata. Il partito dei veti senza voti ceda il passo al futuro».