BARI - L’Irccs di Bari Giovanni Paolo II e l'Università «Alma Mater Studiorum» di Bologna hanno dato vita alla fondazione di partecipazione «Dare-Digital lifelong prevention», che ha l’obiettivo di sviluppare la ricerca innovativa per migliorare i percorsi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, adottando un approccio multi-progetto e una visione One health e Planetary health, ovvero che punta alla salute della persona e al benessere del pianeta.
La presidenza è stata affidata al rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari, cui l’Istituto Tumori di Bari ha conferito delega per l'avvio delle prime fasi procedimentali. La Fondazione avrà come budget un milione e 676mila euro stanziati dal ministero dell’Università e Ricerca (MUR).
«L'obiettivo della Fondazione Dare - spiega il direttore generale dell’Irccs, Alessandro Delle Donne - è quello di creare e sviluppare una comunità di conoscenza, costituendo appositamente network e reti, che favorisca l’affermarsi di modelli e soluzioni per la sorveglianza, la prevenzione, la promozione della salute e la sicurezza sanitaria, nella popolazione generale e in popolazioni speciali, come lavoratori, minori, donne in gravidanza e pazienti cronici. Le iniziative di ricerca riguarderanno in particolare robotica e strumenti digitali, monitoraggio a distanza, reingegnerizzazione dei processi e data mining».
«Con questa iniziativa - afferma il presidente del Consiglio di indirizzo e verifica dell’istituto oncologico barese, Gero Grassi - l’istituto dimostra di essere un punto di riferimento della ricerca a livello nazionale, facendo rete con università prestigiose e con importanti enti di ricerca scientifica».