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Macchine rubate, cannibalizzate poi date alle fiamme: è allarme a Bari

 
Luca Natile

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Luca Natile

Auto rubate smontate

Nel 2021 oltre 6mila denunce per furto: una media di quasi 500 ogni 100mila abitanti)

Venerdì 21 Ottobre 2022, 13:09

BARI - La preoccupante ascesa della criminalità specializzata nei furti d’auto che dopo aver cannibalizzato le macchine rubate ne abbandona le carcasse consumate da un fuoco che purifica e cancella le tracce, nelle campagne, trasformandole in discariche a cielo aperto, in cimiteri di elefanti di lamiera. Come la scocca data alle fiamme di una Giulietta Alfa Romeo trovata qualche giorno fa nelle campagne tra Torre a Mare e Noicattaro durante una delle loro esplorazioni dalle guardie ambientali dell’associazione Anuu Migratoristi dell’area metropolitana di Bari, un corpo di vigilanza ittica, venatoria e ambientale che studia e lavora per la tutela dell’ambiente. I migratoristi, preziose sentinelle sul territorio, hanno subito segnalato la presenza della carcassa al numero di pronto intervento della Questura che ha inviato sul posto le pantere della Squadra Volante. Il rottame è stato recuperato e verrà esaminato con attenzione. Il fuoco ha cancellato impronte e ipotetiche tracce biologiche. Attraverso il numero di telaio sarà possibile risalire all’ultimo proprietario del mezzo.

IL FENOMENO - Quello dei furti d’auto è una piaga che colpisce tutte le province pugliesi, facendo della nostra regione la più pericolosa d’Italia. Lo scorso anno, le denunce per furto d’auto hanno toccato a Bari quota 6.060 (494,8 ogni 100mila abitanti) dato che mantiene il capoluogo nella «top five» delle aree metropolitane più a rischio, collocandola al quarto posto dopo quelle di Andria-Barletta-Trani, la provincia più pericolosa con 2.757 denunce (727 ogni 100mila abitanti), Foggia medaglia d’argento con 3.561 furti (595,6 ogni 100mila) e Napoli al terzo posto con 16.543 ovvero 557,5 ogni 100mila abitanti. Brindisi occupa il nono posto con 857 denunce nel 2021 ossia 225,6 ogni 100mila abitanti. Taranto è sedicesima in Italia con 697 casi, 124,9 ofni 100mila abitanti, Infine a Lecce lo scorso anno sono state presentate 637 denunce, 82,5 ogni centomila abitanti, dato che la pone alla 22ma posizione della classifica della province più colpite da un fenomeno che non sembra voler arretrare.

LA CRIMINALITA' - L’indice di criminalità è l’indicatore (sviluppato dagli analisti del Sole24 Ore) che fotografa le denunce relative al totale dei delitti commessi sul territorio nell’anno precedente utilizzando le informazioni estratte dal database interforze dal dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno. Nell’edizione 2022, basata sui dati 2021, i reati risultano in calo dell’8,7% nell’intera penisola ma gli scenari locali si presentano altamente differenziati. I furti di auto risultano in salita in tutta la Puglia. A Bari nel 2020 le denunce erano state 5.886 (471,2 ogni 100mila abitanti) 174 in meno, numero che ne faceva comunque la seconda provincia più pericolosa d’Italia dopo la BAT (2.179 casi con una media di 561 denunce ogni 100mila abitanti). Il livello di pericolosità delle province scaturisce dal rapporto tra denunce, estensione del territorio e numero di abitanti.

IL NUOVO BUSINESS - Le razzie d’auto rappresentano un business criminale che si sta focalizzando sulle regioni di origine delle mafie più potenti e organizzate. Un fenomeno che si sta caratterizzato per una nuova tendenza: la specializzazione. Ci sono bande, ad esempio, che nascono per dedicarsi al furto di specifici modelli. Operano esclusivamente in alcune città e per periodi più o meno lunghi fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Ogni giorno dalle strade dei 41 Comuni della provincia di Bari (popolazione un milione e 257.520 persone) durante il 2021 come già detto sono sparite in media quasi 17 automobili. Una parte di queste, fatte a pezzi, sono finite sul web nei mercatini virtuali. Continua a fiorire il «mercato nero» dei ricambi di carrozzeria (cofani, paraurti), di meccanica (radiatori, ammortizzatori) ed accessori (catene, deflettori).

Finiscono in questa realtà parallela veicoli rubati e poi «cannibalizzati» (smontate pezzo dopo pezzo) ma anche le cosiddette «parti del tutto», ossia singole componenti (ruote, cerchioni, parafanghi, specchietti retrovisori) smontati e portati via mentre il veicolo è parcheggiato. I furti «parziali» puntano soprattutto a preziose componenti interne all’abitacolo: navigatori satellitari, pneumatici, volanti multifunzione. Intorno al mercato dei pez zi di ricambio si sta sviluppando un vero e proprio racket delle auto cannibalizzate.

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