Architettura
Cartoline dalla Bari del '900 disegnata da Saverio Dioguardi
L’idea è un tour tra le opere del progettista e imprenditore
BARI - Un itinerario delle architetture d’autore che, a partire dal lungomare di Bari, si irradi tra le vie del centro e guidi il turista, ma anche i baresi, nell’affascinante scoperta della città del primo Novecento. L’idea che intende rileggere l’architettura e il paesaggio urbano, trasformandosi in un volano per il turismo ma anche in una riscoperta culturale della città e dei suoi protagonisti, arriva da Francesco Maggiore, presidente della Fondazione intitolata al progettista e imprenditore Saverio Dioguardi che a Bari ha firmato una sessantina di palazzi.
«Basterebbero pochi totem illustrativi – dice Maggiore illustrando una proposta di marketing territoriale praticamente a costo zero - per spiegare il valore storico degli edifici del Novecento, le loro caratteristiche architettoniche, e creare un inedito percorso urbano che restituirebbe alla città un pezzo della sua identità. Diventerebbe un itinerario turistico e artistico da offrire a chi visita Bari, capace di valorizzare l’unicum internazionale dei lungomari di levante e ponente».
Maggiore, che insegna Storia dell’Architettura contemporanea all’Università della Basilicata e dal 2015 guida la Fondazione, preannuncia un imminente regalo alla città: «Stiamo redigendo una mappa inedita in cui abbiamo posizionando tutti gli edifici realizzati da Dioguardi e vedere Bari così disseminata dei suoi lavori, fa veramente riflettere su quanto questa figura abbia segnato l’urbanistica barese». Ma non è l’unico progetto in cantiere della Fondazione che nel 2021 ha traguardato i 30 anni di attività, parallelamente ai 60 dalla scomparsa di Dioguardi con una tesi di laurea dedicatagli da uno studente del Politecnico di Torino. A breve uscirà una monografia che sta coinvolgendo esperti nazionali da Napoli, Roma, Milano, Torino e ovviamente Bari.
L’idea è mostrare un itinerario dell’architettura del Novecento a Bari.
«Il disegno tracciato a Bari dall’architettura del Novecento rappresenta un’opera unitaria di grande valore non solo urbanistico, artistico e architettonico ma anche storico, politico, sociale e culturale. Si tratta di un patrimonio identitario che, al pari dell’architettura classica o antica, restituisce un’immagine urbana organica e peculiare. Il racconto di Bari attraverso il Moderno andrebbe favorito con percorsi di fruizione e valorizzazione. In quest’ottica, sarebbe utile definire un itinerario di architetture d’autore e tracciare percorsi turistico-culturali inediti per la città. Questi attraversamenti urbani dovrebbero essere indirizzati mediante apposite mappe e facilitati attraverso la presenza di totem illustrativi da apporre a ridosso di ciascun edificio o monumento selezionato, magari nelle 4 lingue principali. Vedendoli da lontano, si avrebbe la curiosità di avvicinarsi per leggerli, per capire. Ne ricaveremmo un’immagine coordinata, sistematizzata, degli edifici. Un percorso, una mappatura, un censimento, una guida turistica sul Novecento barese arricchirebbe la città. La monumentalità è un valore da non disperdere».
Si tratta anche di ripensare all’Architettura del ventennio.
«Nella storia dell’architettura, il capitolo sul ventennio rappresenta un momento di estrema complessità a causa dei suoi caratteri contradditori ma anche estremamente fecondi. La cultura architettonica più consapevole di questo periodo è sempre apparsa attenta a esprimere una volontà di equilibrio e di compromesso tra l’indirizzo politico e la dimensione formale, tra l’apparato retorico di regime e quello più realistico del razionalismo. In questo contesto si colloca la figura di Saverio Dioguardi e di autori come Concezio Petrucci, Alberto Calza Bini protagonisti di opere di grande qualità formale e stilistica ma anche costruttiva».
A Bari il contributo di Dioguardi è stato determinante. Chi era?
«È tra le figure più rappresentative delle vicende architettoniche e urbanistiche che hanno segnato l’identità di Bari. L’eredità progettuale, imprenditoriale e culturale che consegna, ci impegna nella promozione di iniziative di valorizzazione. Peraltro Dioguardi ha disegnato opere iconiche: il molo Sant’Antonio termina con il faro futurista, il Barion che domina in un punto di particolare fascino panoramico, il Palazzo della Provincia, le caserme del lungomare o i palazzi liberty e art decò. Opere di grande valore estetico ma anche costruttivo che possono essere mete attrattive da raggiungere».
La Fondazione Dioguardi che presiede sta lavorando a una monografia.
«Istituita per onorare la memoria di Saverio Dioguardi e della moglie Maria Blasutigh, la Fondazione ha avviato una ricerca finalizzata alla pubblicazione di una importante monografia dedicata alla vita e all’opera dell’architetto e, parallelamente, alla redazione di una mappa in cui compaiono le oltre sessanta opere presenti e visibili sul territorio urbano e metropolitano. Oltre a una raccolta di saggi e contributi scientifici, il volume, coordinato da Adriano Giovanni Calvani, conterrà la riproduzione anastatica del libro Architettura Monumentale pubblicato nel 1927 e una lettura critica del patrimonio architettonico-monumentale cittadino. Tra gli autori Gianfranco Dioguardi, Fabio Mangone, Francesco Moschini, Sergio Pace, Vincenzo D’Alba».
Al momento alcuni edifici di Dioguardisono interessati da lavori di restauro.
«Progettista e costruttore, Dioguardi aveva uno sguardo privilegiato sull’opera e ci teneva in modo particolare alla loro durabilità, resistenza dimostrata dalla qualità manifatturiera, dei materiali e delle tecniche costruttive. Oggi ci sono lavori su Palazzo Girone Dioguardi in piazza Massari, Palazzo Dioguardi Duranti in piazza Eroi del Mare, Palazzo Dioguardi in via Crisanzio, l’ex Casa Accolti-Gil in via Calefati, Casa Mantuano in via Vaccaro. È un segnale estremamente positivo che meriterebbe adeguata comunicazione anche per riconoscere gli sforzi compiuti da condominii, amministratori e imprese nell’aver cura del patrimonio edilizio collettivo».