BARI - I lavoratori Bosch di Bari hanno dato il via libera all’intesa raggiunta nei giorni scorsi a Roma tra azienda, sindacati, Mise e Regione Puglia sul futuro dello stabilimento barese, che scongiura esuberi e impegna la società sulla strada della transizione all’elettrico. L’ok dei lavoratori rende operativo l’accordo e i sindacati stanno procedendo alla firma ufficiale. «L'intesa - si legge in una nota di Fim Fiom Uilm UglM - scongiura il pericolo scaturito dalla dichiarazione aziendale di 700 esuberi e anzi contiene un impegno per il prossimo quinquennio a non chiudere e a non licenziare, ma a ricorrere solo ad ammortizzatori sociali conservativi e a uscite volontarie e incentivate. C'è anche l'impegno a procedere sulla strada della diversificazione industriale, resa necessaria per avviare la transizione tecnologica nell’ambito della sostituzione motore endotermico con quello elettrico. Attualmente infatti l’80% della produzione è difatti ancora incentrata sul diesel».
«A Bari come in gran parte del settore automotive - spiegano Gianluca Ficco e Riccardo Falcetta, segretari nazionale e di Bari della Uilm - dobbiamo affrontare la difficile sfida della transizione all’elettrico, una sfida che ha bisogno di un impegno straordinario delle istituzioni. A Governo e Regione chiediamo di aiutarci a superare i limiti del jobs act in tema di ammortizzatori sociali. Inoltre chiediamo il supporto pubblico ai processi di riconversione».
«L'intesa raggiunta alla Bosch di Bari rappresenta un primo ed importantissimo passo verso la difesa dell’occupazione e dei siti italiani in un contesto dove la transizione ecologica, causa l’assenza di risposte adeguate della politica e delle istituzioni, rischia di gravare soltanto sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori». Lo dichiarano in una nota congiunta Massimiliano Guglielmi, coordinatore nazionale indotto automotive per la Fiom-Cgil e Ciro D’Alessio, segretario generale Fiom-Cgil Bari, commentando il via libera dei lavoratori e della lavoratrici dello stabilimento di Bari all’accordo racconto con l’azienda lo scorso 22 luglio. «Con questo accordo sono stati ottenuti due importantissimi obiettivi - ricorda la Fiom - : il mantenimento del sito sul territorio di Bari ed è stato scongiurato il pericolo dei licenziamenti anche a fronte della dichiarazione di 700 esuberi fatta dall’azienda nel gennaio 2022». Per Donato Pascazio, segretario generale Fim Cisl Bari, ora "occorrerà il contributo delle istituzioni per superare i limiti sugli ammortizzatori sociali previsti dal jobs act, al momento insufficienti ad affrontare l’intero quinquennio. Scongiurati i licenziamenti adesso serve un monitoraggio continuo affinché in questi 5 anni si possa avere una diversificazione industriale».