Il caso

Terlizzi, la «Nemesi» furiosa per l’ospedale declassato

Michele De Feudis

Contestato Emiliano, come vent’anni fa Fitto

Terlizzi ovvero la «Nemesi»: si risveglia nella città del Nord Barese la divinità che impersonificava nella mitologia greca e latina «la giustizia distributiva, e perciò punitrice di quanto, eccedendo la giusta misura, turba l’ordine dell’universo». E così il governatore progressista Michele Emiliano, a vent’anni di distanza dalle forti rimostranze ricevute dal conservatore Raffaele Fitto, è stato contestato giovedì a Terlizzi, da cittadini, militanti e dal candidato sindaco di Fratelli d’Italia, Nino Allegretti. Oggetto del contendere? L’ospedale cittadino ridotto a micropolo sanitario, privato delle tradizionali eccellenze.
Abbiamo provato ad affiancare le immagini delle due manifestazioni (2002-2022) e in entrambe risalta il volto segnato della politica davanti alla disperazione (più o meno alimentata dalle opposizioni, ora di destra, prima della sinistra che lanciava Nichi Vendola verso la Regione) della cittadinanza, con le forze dell’ordine che erigono un cordone tra le parti, cristallizzando il solco tra istituzioni e paese reale, tra chi ha le leve del potere (e non incide abbastanza nella Sanità del territorio) e il popolo urlante che chiede «giustizia». Di fatto sono due foto di una politica annichilita dal populismo della disperazione, che mischia l’orgoglio ferito per l'ospedale (orfano dell’antico blasone) con l’insoddisfazione per i servizi sanitari regionali (a partire dal buco nero dei pronto soccorso).

Terlizzi da divinità classica, ovvero «Nemesi», diventa così la Caporetto della politica pugliese, dove si può «scherzare con i fanti», ma non con le politiche sanitarie e con l’edilizia ospedaliera. Perché mettere in discussione un nosocomio, per legittime istanze di bilancio, di fatto intacca una certa visione del welfare municipale, considerato un diritto territoriale acquisito.
E allora, nell’Italia che ritrova nel premier mite e poco social, Mario Draghi, la coesione e la forza inattesa dell’unità nazionale, la Puglia e Terlizzi fotografano la divisione e il dolore per una sanità che si vorrebbe efficiente. O in estrema sintesi, dalla parte dei deboli. Che fare? Tocca ora alla buona politica ricucire queste ferite che sanguinano da ormai quattro lustri nel Tacco d’Italia. Senza perdere altro tempo con ulteriori noiose polemiche di Palazzo.

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