Nel Barese

Falsi controlli e truffa per 5mila euro: 4 poliziotti interdetti a Bitonto

Tra le 24 giornate nelle quali risultano falsificati i registri, comprese tra l’aprile 2017 e il novembre 2021, ci sono anche giorni festivi e prefestivi, come le vigilie di Natale e Capodanno del 2020 e l’8 dicembre dello stesso anno

BITONTO - Quattro poliziotti in servizio al commissariato di Bitonto, nel Barese, sono stati raggiunti da provvedimento di interdizione per un anno con le accuse di falso e truffa aggravata. I quattro, Salvatore De Lucia, Vito L'Abbate, Alessandro Soldatelli e Gianpiero Iuliano, avrebbero «attestato falsamente sul foglio di servizio e nella relazione riepilogativa di fine turno - si legge nell’imputazione - , di aver effettuato controlli su persone sottoposte a misure di prevenzione o limitative della libertà personale, in realtà mai avvenuti, e posti di controllo sul territorio inserendo nominativi di persone inesistenti o fittiziamente sottoposti a controllo e numeri di targa di veicoli inesistenti o abbinati ad automezzi diversi rispetto a quelli falsamente controllati o intestatari fittizi, così percependo indebitamente gli emolumenti pari alla giornata lavorativa e alle indennità accessorie delle giornate oggetto di falsa attestazione».

Tra le 24 giornate nelle quali risultano falsificati i registri, comprese tra l’aprile 2017 e il novembre 2021, ci sono anche giorni festivi e prefestivi, come le vigilie di Natale e Capodanno del 2020 e l’8 dicembre dello stesso anno, con falsi controlli anche in piena notte. Complessivamente la truffa accertata è di circa 5 mila euro. L’indagine della Procura di Bari è partita su segnalazione dei colleghi degli stessi agenti.

«Servivano per statistiche»

Hanno ammesso di aver falsificato i registri i quattro poliziotti in servizio a Bitonto, nel Barese, per i quali è stata disposta l’interdizione per un anno. Uno di loro «si è dichiarato rammaricato e molto dispiaciuto» si legge negli atti, «ha riconosciuto che rientravano in ufficio per riposarsi e che i dati falsi erano inseriti per far risultare attività di servizio non effettuata». Gli altri hanno spiegato che a causa dei tanti furti di auto, in appartamento e in campagna, che li tenevano impegnati, «quei falsi servivano solo per fare statistica».
«E' evidente - scrive il gip Francesco Mattiace dell’ordinanza - che i dati falsi sugli atti d’ufficio fossero finalizzati a coprire l’omesso svolgimento dell’attività di servizio, allo scopo di ottenere il massimo guadagno possibile con il minimo sforzo lavorativo». L’inchiesta, coordinata dal pm Alessandro Donato Pesce, ha documentato i falsi incrociando i dati dell’anagrafe comunale di Bitonto, della motorizzazione con le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Così è stato accertato che oltre alle generalità false delle persone e dei mezzi risultati controllati, sarebbero stati registrati anche interventi mai effettuati, come la «ricerca di malviventi» dopo un falso allarme rapina nella notte della vigilia di Capodanno. Secondo il giudice, in questa vicenda «emerge la manifestazione patologica del ruolo del poliziotto che, da artefice della legalità e della sicurezza, collettiva diviene autore di illiceità diffuse».

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