La contesa
Bari, la disfida dei Laricchia: la grillina vince contro l'omonimo metereologo
Il meteorologo Vitantonio aveva fatto causa alla sua omonima: «Ha sfruttato il mio nome in campagna elettorale»
BARI - Per anni ha raccontato il meteo dagli schermi del Tg regionale con quel suo originalissimo approccio e quel marchio di fabbrica, «l’amico maestrale», che l’ha reso molto popolare in Puglia. Ma quando nel 2015 il colonnello Vitantonio Laricchia ha visto su Facebook un banner che lo accostava alla sua omonima Antonella Laricchia, candidata presidente della Regione, non l’ha presa bene.
La polemica era già nota, ma non si sapeva che la disfida dei Laricchia era approdata in Tribunale. Pochi giorni fa la Corte d’appello (Terza sezione, presidente Ancona, relatore Chiarelli) ha confermato quanto era già stato stabilito nel 2018 in primo grado: l’ex colonnello barese non ha diritto ad alcun risarcimento (e dovrà anzi pagare le spese legali), soprattutto perché a confezionare quel banner elettorale non sarebbe stata candidata grillina ma un suo anonimo simpatizzante.
Dagli atti di causa è emerso che ad aprile 2015, quando era una debuttante in politica, la Laricchia aveva chiesto un incontro al suo omonimo colonnello, che però «le aveva ribadito la totale indisponibilità a partecipare in qualunque forma alla campagna elettorale in corso». Fatto sta che pochi giorni dopo era apparso su Facebook il banner che gioca sui cognomi: «L’importanza di chiamarsi Laricchia», con le foto di entrambi e uno slogan un po’ sgangherato («Non sono parenti ma entrambi annunciano bel tempo in Puglia»). Una sorta di meme finito tra i commenti in calce a un post della grillina, dove è stato notato dall’allora addetto stampa della candidata e da lui ri-postato. A quel punto il colonnello ha chiesto la rimozione del banner (cosa avvenuta) e ha fatto causa.
Già nel 2018 il Tribunale (Prima sezione) aveva respinto le richieste del Laricchia, osservando che era impossibile ricondurre alla sua omonima la paternità del banner e dunque un qualche tipo di responsabilità. «Non v’è prova - aveva scritto il giudice Marisa Attollino - che l’immagine sia stata confezionata, utilizzata e diffusa dalla convenuta, né le si contesta che non abbia provveduto prontamente a cancellarla dai commenti ad un proprio post». Il colonnello ha fatto appello, ma non ha avuto fortuna: «Non ha mai provato - è scritto nella sentenza di secondo grado - che l’immagine circolata su web fosse la stessa propostagli dalla candidata in occasione del loro incontro, in cui le avrebbe chiesto una collaborazione in termini di sostegno politico elettorale (circostanza questa specificatamente contestata) e che le parole usate fossero addirittura le stesse. Comunque, nulla vieta di pensare che anche altri possano aver avuto la stessa idea, non certo originalissima, di ipotizzare, equivocando sul cognome comune dei due noti personaggi, un futuro migliore, climaticamente come si augura chi ascolta le previsioni metereologiche e politicamente a seguito della vittoria di Laricchia Antonella alle elezioni regionali». E del resto tutti sanno come è andata a finire: le previsioni meteo sbagliano molto spesso. Come quelle politiche.