BARI - «L’Accademia resterà inagibile per tutta la giornata di lunedì 2 maggio». L’avviso appare sulla bacheca virtuale della prestigiosa Accademia delle Belle Arti. Professori e studenti a Bari ieri sono rimasti a casa. L’Accademia, nella sua sede di via Re David (una seconda è a Mola nell’ex monastero di Santa Chiara ) ha ricevuto la sgradita visita dei ladri.
Nel cuore della notte sono entrati forzando l’ingresso posteriore, pure protetto da una robusta porta in ferro sulla quale i carabinieri in camice bianco della Sezione investigazioni scientifiche del Reparto operativo provinciale non hanno trovato una sola impronta digitale. Chi l’ha scassinata lo ha fatto in fretta, in silenzio e soprattutto senza lasciare tracce. Gente del mestiere, preparata, esperta e bene informata. Sapeva come muoversi, dove mettere le mani e soprattutto che da 4 mesi l’istituto aveva nei sui uffici e nei suoi laboratori 25 computer di ultima generazione, nuovi fiammanti, quasi tutti Apple Imac All in one, il meglio per programmi di design, elaborazioni di immagini, applicazioni 3D e via discorrendo.
Macchine con caratteristiche tecniche importanti e valore economico rilevante, capaci di fornire prestazioni e di ottenere risultati eccellenti. L’ideale per valorizzare il talento, le doti artistiche, la creatività degli 820 studenti (un numero importante che testimonia le capacità attrattive di questo prestigioso istituto), la bravura e la preparazione dei 57 professori in organico e dei 38 docenti a contratto.
Del corpo insegnate fanno parte artisti e studiosi noti a livello nazionale. Nei computer, oltre agli elaborati, ai testi, alle immagini, insomma a tutto il lavoro fatto negli 11 corsi del triennio e nei 7 corsi del biennio, vi erano i dati inseriti dagli impiegati del settore amministrativo (29 in tutto compresi i coadiutori). Insomma tutte le informazioni utili e necessarie per la vita della scuola. Ognuno dei 25 computer trafugati era protetto da una password di accesso. Il bilancio dei danni, in base ad un primo calcolo approssimato per difetto, dovrebbe raggiungere i 75mila euro. «Un brutto colpo non solo per le nostre finanze ma anche per il lavoro dei nostri studenti ed insegnanti» spiega alla «Gazzetta» il professor Giancarlo Chielli, direttore dell’Accademia. «Giovedì ad esempio - aggiunge -, avevamo in programma di presentare in Regione un lavoro molto importante fatto dal Laboratorio di Illustrazioni scientifiche. Scoperto il furto ci siamo subito mossi per attivare le procedure di garanzia della privacy, abbiamo cambiato tutte le password, messo la sicuro i nostri sistemi. Ci vorranno un paio di settimane per tornare a regime. Ci aiuteranno gli studenti ed i professori con i loro Pc. Non abbiamo avuto avvisaglie ma - conclude il professor Chielli - tutto lascia pensare ad un colpo preparato nei dettagli e su commissione».
Un lavoro rapido, pulito, organizzato. Gli autori lo hanno pianificato per tempo, agendo in gruppo (gli Apple da tavolo sono comunque ingombranti e non di facile trasporto) e in maniera organizzata. Hanno preso i più costosi Imac e lasciato gli altri computer da tavolo con sistemi operativi Microsoft. Le indagini sono state affidate ai carabinieri della Stazione Bari Carrassi che hanno effettuato il primo sopralluogo insieme ai colleghi della Sis.