Politica
Grandi manovre nel Pd, è corsa al salto da Bari a Roma
Tanti consiglieri regionali si preparano a gareggiare per le prossime elezioni politiche
BARI - Una delle scosse che ha avviato i movimenti tellurici nel Partito democratico pugliese - sempre alle prese con il vuoto nella casella della segreteria regionale - è quella dell’avvio del rodeo per aggiudicarsi un posto in prima fila in chiave elezioni politiche. La riduzione del numero dei parlamentari e le incertezze in merito alla legge elettorale, nonché la caducità di ogni pronostico sugli scontri nei collegi uninominali (se ci saranno) contribuiscono a rendere elettrica l’atmosfera tra i dem. In questo quadro c’è la consueta corsa dei consiglieri regionali - veri detentori dei consensi sul territorio - nel contendere i listini per Camera e Senato agli uscenti e agli altri aspiranti vari (imprenditori o personalità accademiche).
Da via Giovanni Gentile a Montecitorio o Palazzo Madama: nel Pd sognano questo step in molti. Alcuni lo confessano nei corridoi del palazzo di vetro che guarda il mare di Torre Quetta: «Dopo tanti anni nell’assemblea pugliese - spiega un consigliere che preferisce l’anonimato - è legittimo ambire a un percorso parlamentare». E così il gruppo democratico pugliese ha già numerosi candidati naturali per le politiche: sono Michele Mazzarano, consigliere eletto nel Tarantino, Fabiano Amati eletto nel Brindisino, Loredana Capone (presidente del Consiglio regionale) nel Salento, il capogruppo Filippo Caracciolo nella Bat, Donato Pentassuglia (assessore all’Agricoltura apprezzato bipartisan) nel territorio della Valle d’Itria. A questa lista va aggiunto anche il capo di gabinetto del governatore Michele Emiliano, Claudio Stefanazzi, fine stratega (anche) delle alleanze a geometria variabile nel Tacco d’Italia. «Volere», però, in politica non significa «potere»: nel 2018 il partito del Nazareno ha eletto dalla Puglia alla Camera Marco Lacarra, Michele Bordo, Francesco Boccia e Ubaldo Pagano, mentre al Senato Assuntela Messina e Dario Stefano. Come sempre, tutti gli uscenti puntano ad una riconferma (Lacarra, per esempio, ha dalla sua anche l’exploit dei candidati di corrente alle Comunali di Bari e alla Regione). Sullo sfondo la complessità della partita rende ambita la posizione di coordinatore-segretario regionale, incarico dal quale si può avere qualche certezza in più in vista della compilazione delle liste politiche.
Tutti i partiti, del resto, non possono non tenere conto dei consensi territoriali raccolti dai consiglieri regionali, che animano una organizzazione radicata comune per comune, in grado di determinare gli equilibri nelle sfide uninominali grazie alla coesione dei gruppi di assessori o consiglieri locali. Per questo, il Pd Puglia - partito di governo regionale da ormai quasi quattro lustri - ogni elezione politica si trova a confrontarsi con i desiderata degli eletti regionali - suffragati da decine di migliaia di preferenze - determinati a dire la loro o a gareggiare in prima persona nei collegi e nel percorso proporzionale.
Accanto a chi ha (già) la testa a Roma, ci sono anche assessori che hanno l’orizzonte ben piantato nella Regione: sono il vicepresidente regionale, Raffaele Piemontese, uomo forte dem nella giunta (tieni i conti del Bilancio), Francesco Paolicelli, dem area Decaro nonché recordman delle preferenze nel Barese, e Alessandro Delli Noci, assessore civico all’Innovazione tecnologica, interprete delle istanze di riscatto del Salento. Come dire che nel Palazzo del Consiglio regionale c’è chi si prepara a partire (per Roma) e chi a restare (sempre a Bari).