guerra e solidarietà

Bari, medicine per l’Ucraina: «Siamo pronti e non solo ad accogliere i profughi»

Rita Schena

Stop alla raccolta viveri. La Caritas diocesana invita le parrocchie a mappare e comunicare la disponibilità di accoglienza per intere famiglie

BARI - «Passo la giornata a rispondere al telefono a tantissimi che chiedono di portare qui al Comune beni di ogni tipo da inviare in Ucraina o per i profughi in arrivo. Una solidarietà commovente ma che al momento è inutile. Ci stiamo coordinando tra Istituzioni e associazioni per verificare le priorità: al momento riguardano solo farmaci». Il telefono dell'assessora al Welfare Francesca Bottalico non smette un attimo di squillare, cittadini comuni, aziende, la rete dei volontari che è stata attivata già due anni fa durante il lockdown, tutti già con la mano tesa. Solo che la macchina della solidarietà non procede per comparti stagni, per emergenze, il lavoro va avanti sempre su almeno due direttrici: le emergenze fisse e quelle che arrivano all'improvviso.


«Sono momenti concitati questi e l'emotività prende il sopravvento – sottolinea la Bottalico –. Sta a noi Istituzioni valutare poi le reali necessità. Prendiamo l'arrivo dei profughi: al momento nessuno ci ha chiesto aiuto ufficiale. So che sono arrivati a Bari almeno un paio di pullman, ma le persone erano attese da parenti ed amici. Tengo a precisare che da tempo il Comune ha attivato il progetto “Famiglie senza confini” per dare alloggio a minori non accompagnati e già accogliamo 200 rifugiati per lo più dal continente africano. Ed è un gran bel numero».


La rete della solidarietà è una maglia elastica. Cerca di adattarsi alle necessità. Impossibile a tavolino ora stabilire quanti posti ci sono per accogliere eventuali profughi, anche perché al momento non ci sono notizie di arrivi massicci. «Sul territorio non ci sono posti solo per gli ucraini – spiega l'assessora – ma esiste una rete che è sempre attiva per le mamme con minori, per i senza fissa dimora, per le famiglia in disagio abitativo...Inoltre il coordinamento che stiamo curando con le Prefetture riguarda percorsi di accoglienza, non meri posti letto, progetti ben più ampi che prevedono anche la mediazione linguistica e culturale».
Al momento tutti hanno fermato la raccolta incontrollata di viveri o beni di prima necessità. Anche la Caritas diocesana ha sottolineato in una nota che si sta lavorando insieme ad un piano nazionale ed europeo e invita le parrocchie esclusivamente a mappare e comunicare le disponibilità di accoglienza, per eventualmente ospitare nuclei familiari di profughi.


«Al momento ci stiamo concentrando sulla raccolta di farmaci da inviare in Ucraina – sottolinea la Bottalico – e lo stiamo facendo in coordinamento con Federfarma, Ordine dei medici e farmacisti. Abbiamo già preparato le prime scatole attingendo dal nostro Emporio socio sanitario, tutte con farmaci verificati e controllati. Abbiamo raccolto la disponibilità di autisti di tir refrigerati, per il trasporto in sicurezza del materiale fino al confine ucraino dalla Romania e Polonia. A breve saremo in grado di fornire ai cittadini e alle associazioni che vogliano attivarsi un elenco delle farmacie cittadine presso le quali sarà possibile acquistare il materiale sanitario e i farmaci richiesti. Probabile che tra qualche giorno le necessità cambieranno, che ai confini con Romania o Polonia si possano creare tendopoli per i profughi. Siamo pronti a rispondere alle diverse richieste».
Comune e Caritas invitano tutti a verificare attraverso le rispettive pagine web gli aggiornamenti.


«Cerchiamo di dare risposte su più fronti. C'è il freddo di questi giorni che ha fatto scattare il piano già predisposto, per chi non ha una fissa dimora. Ci sono le famiglie in difficoltà socio economica alle quali tendiamo una mano. C'è il controllo sanitario che garantiamo grazie all'azione volontaria di medici e personale sanitario. E soprattutto c'è l'albo cittadino che permette a tutti di offrire il proprio impegno. Invito tutti a presentare la loro candidatura attraverso il sito del Comune. Se dovesse servire sarà un'ulteriore rete che si attiverà a supporto di profughi e quanti ci chiederanno un aiuto».

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