LA STANGATA
Ristorazione in crisi, 200 operatori si incontrano a Bari
Domani il confronto con la Regione e l'Anci: «Il caro bollette ci mette in ginocchio»
BARI - Una compressione dei ricavi pari al 70% e un aumento dei costi fra materie prime e utenze che supera il 30%. Sulla crisi che continua a mettere in ginocchio il settore della ristorazione pesa anche la stangata sulle bollette. Ma non è soltanto il caro-energia il problema che ha portato 200 operatori pugliesi dell’Horeca - l’acronimo di Hotellerie, Restaurant e Catering, in pratica il mondo legato alla somministrazione di cibi e bevande - a mettersi insieme per promuovere un dibattito sui punti di forza e di debolezza dell’industria che soddisfa la gola e la socialità. L’appuntamento è per domani, alle 16, a Bari, nel multisala AncheCinema.
L’Unione Ristoratori, la sigla che riunisce in tutta la regione associazioni e imprese, intende rivendicare diritti e proporre azioni urgenti: l’obiettivo è garantire la sopravvivenza delle aziende in crisi e programmare un futuro sostenibile in modo da non lasciare nessuno indietro. «Gli ultimi due anni - spiega Gianni Del Mastro, uno degli organizzatori - sono stati lacrime e sangue. Purtroppo persino dicembre è saltato a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia: come consuetudine il mese delle feste ci consente di mettere da parte un tesoretto a cui attingere nei periodi di magra. Gennaio (ad eccezione della prima settimana), febbraio e marzo sono periodi morti. Il Covid ha invece compromesso pure i guadagni di Natale e Capodanno. È davvero difficile far fronte ai rincari delle merci che finiscono in cucina e a quelli dell’energia».
Tre i temi al centro del confronto: sostegni, formazione e rilancio. Li snocciola Del Mastro, esperto ristoratore di Bari vecchia: «La passività per il mancato lavoro si somma alle altre accumulate durante il lockdown. Si tratta dei prestiti elargiti dalla Regione Puglia e dallo Stato sotto varie forme, che dobbiamo restituire. Così si crea una situazione debitoria insostenibile perché le aziende rimaste in piedi sono già debilitate. C’è bisogno di una ripartenza seria e ben strutturata».
Gli operatori si propongono come interlocutori privilegiati per programmare la ripartenza. Il settore Horeca a livello nazionale esprime 340mila imprese, di cui 34mila in Puglia, e quasi 1 milione e mezzo di occupati. Del Mastro aggiunge: «Ai Comuni chiederemo l’azzeramento delle imposte locali almeno per i primi tre mesi del 2022 e l’esenzione del 50% della tassa per l’occupazione dello spazio pubblico aggiuntivo rispetto a quello già in concessione per i tavolini. Inoltre, con lo scopo di tamponare le perdite determinate dalle aperture e dalla chiusure a singhiozzo, tutti abbiamo fatto ricorso ai prestiti che ora dobbiamo restituire con gli interessi. Siamo in difficoltà anche con gli arretrati degli affitti dei locali. La Regione dovrà invece attivare corsi di formazione rivolti a chi è uscito dal sistema di istruzione. Abbiamo bisogno di cuochi, di aiuti in cucina, di pizzaioli, del personale di sala, dei camerieri come pure dei lavapiatti. L’estate scorsa il 10% dei locali ha chiuso per mancanza di personale. Il rilancio, infine, se è vero che il nostro è un settore trainante dell’economia del turismo, deve passare dal dialogo». Sono attesi al tavolo di confronto l’assessore regionale allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci, il numero uno dell’Anci Antonio Decaro, il presidente della Camera di commercio di Bari Alessandro Ambrosi.