nel Barese

Recovery, poche risorse al Sud: sindaco di Acquaviva occupa Comune per protesta

Graziana Capurso

Davide Carlucci ha trascorso la notte nel palazzo del Comune insieme ad alcuni consiglieri

BARI - «Quale modo migliore per fare rumore, se non occupando giorno e notte il Comune? Noi uomini e donne del Sud non possiamo essere sempre l’ultima ruota del carro». Parole dure quelle del sindaco di Acquaviva delle Fonti, Davide Carlucci, che per primo in Puglia ha aderito alla protesta lanciata da alcuni sindaci siciliani, contro la mancata applicazione dei criteri Ue nella distribuzione delle risorse del Recovery Plan.

Carlucci ha deciso di occupare 24 ore su 24 e fino a data da destinarsi l’aula del consiglio comunale, armato solo della fascia tricolore e di un sacco a pelo, preso in prestito dalla figlioletta, per dormire nel suo ufficio.
«Non sono stato cacciato di casa - scherza - la mia è una semplice e modesta testimonianza. E visto che è un momento drammatico per molti italiani, non è un male se noi rappresentanti delle istituzioni ci ricordiamo ogni tanto che esiste anche la scomodità. Vogliamo che tutti capiscano che il Sud è rimasto indietro di almeno 160 anni, ma non deve essere così per sempre. Il Recovery Plan rappresenta l’ultima occasione per ricominciare a vivere e vedrete che non la perderemo. Battiamo i pugni sul tavolo e non facciamo passare questa "ingiustizia", perché se si fosse rispettato l’algoritmo utilizzato dall’Unione Europea quel calcolo (come indicato anche dal ministro Mara Carfagna) avrebbe premiato il Sud con una quota superiore al 60 per cento del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma allora, se è così, perché si vuole assegnare al Sud solo il 40 per cento?», tuona Carlucci.

La scomoda «occupazione» è stata ben accolta dagli acquavivesi e da alcuni consiglieri comunali che sono andati a trovarlo per dargli sostegno. «Non mi fermo qui, dormirò nel Comune finché sarà necessario, finché non ci ascolteranno. Già essere meridionali significa essere sfigati - sottolinea Carlucci - ma se sei un meridionale dell’entroterra sei doppiamente sfigato, perché i grandi progetti vanno alle grandi città della costa e invece nelle aree interne, come la Murgia, l’unica visione che ha lo Stato è pensare di metterci le scorie nucleari. Noi sindaci siamo stati lasciati soli davanti alla disperazione e alla rabbia di commercianti, artigiani, titolari di partite Iva, che soffrono la crisi più nera senza che nessuno ci dia gli strumenti per aiutarli a ripartire. Eppure abbiamo grandi progettualità, che però nessuno vuole ascoltare. Perché, visti da Roma, siamo l’ultima ruota del carro. Ma il carro, noi, non lo facciamo fermare».
Carlucci, con altri primi cittadini del Barese, ha annunciato inoltre che parteciperà alla manifestazione di protesta prevista a Napoli il prossimo 25 aprile, alla quale hanno già aderito oltre 500 sindaci del Sud. Tutti insieme chiedono una sola cosa: «Confidiamo che il premier Draghi, che ha più volte delineato un quadro economico impietoso del nostro Mezzogiorno, si metta una mano sulla coscienza e prenda provvedimenti in merito. Il Sud continua a pagare lo scotto di dimenticanze e superficialità. È il momento di dire basta e di farci sentire».

Tutto pronto per la mia prima notte da trascorrere in Comune. Non sarà il massimo della comodità ma quando ero ragazzo...

Pubblicato da Davide Carlucci Sindaco su Mercoledì 21 aprile 2021
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