oggi il rientro
Covid, in scuole superiori presente uno studente su 4. Docenti: no a didattica «mista»
I dati di questa mattina. Fa paura il rischio contagi sui mezzi pubblici
BARI - Tornano in aula da oggi gli studenti delle scuole superiori pugliesi, tra chi rimpiange la didattica a distanza e chi, come la danese Arina che comincia oggi in presenza il suo progetto di inter-cultura, è felice di poter conoscere i suoi compagni di classe.
Fino al 6 febbraio, in base all’ordinanza emanata dal governatore Michele Emiliano, gli studenti delle superiori possono seguire in presenza, entro il limite del 50% per ogni aula, oppure proseguire con la didattica integrata digitale, cioè con le lezioni a distanza.
In base ai dati raccolti stamattina dalle scuole, e secondo quanto comunicato nei giorni scorsi anche dai sindacati, la presenza oscilla tra il 20 e il 25%. Salvo alcuni casi in cui si arriva al 100% perché, spiega Anna Grazia De Marzo, preside dell’Istituto Marconi-Hack di Bari, «su 1.550 studenti ne torneranno circa 400, e avendo alcune aule molto grandi possiamo rispettare le distanza di sicurezza».
All’Istituto tecnico Pitagora, nel capoluogo pugliese, ci sono casi in cui in aula ci sono 4 studenti su 25, oppure 5 su 22. «Siamo un pò spiazzati - racconta Lorenzo che frequenta il secondo anno -, ma siamo felici di tornare anche se siamo pochi: dopo un quadrimestre in Dad è bello ritrovare professori e compagni; sinceramente non so perché molti hanno scelto di restare a casa, forse per paura del virus o per comodità».
A fare «paura» sono soprattutto i trasporti, spiega il vicepreside del plesso Pitagora, Michele Fioriello, «le famiglie temono che i figli possano contagiarsi prendendo i mezzi pubblici affollati».
Anche se la studentessa Palma, che frequenta il liceo Scacchi a Bari, spiega di essere arrivata da Grumo con un treno «che non era molto affollato: quando siamo scesi - sottolinea - le persone rispettavano autonomamente la distanza di un metro».
I COMMENTI - Alcuni sono «agitati» come se fosse il «primo giorno di scuola», altri sono «felici» di interrompere le lezioni a distanza e «guardare finalmente negli occhi» i propri colleghi di studi. Sono contrastanti i sentimenti con cui tornano in aula oggi gli studenti delle scuole superiori pugliesi, che fino al 6 febbraio, in base a una ordinanza della Regione, hanno potuto optare se continuare a seguire in Did o se tornare in presenza, con un limite del 50%.
«Mi ero stancato di stare a casa - racconta Marco dell’istituto Pitagora di Bari, nella cui classe tornano in 5 su 22 - anche perché a scuola si lavora molto meglio e di più». Un aspetto, questo, che preoccupa un pò Alessio del liceo Scientifico Scacchi di Bari: «Speriamo che ora non ci ammazzino di interrogazioni e compiti, sarà una prova del fuoco questa settimana, vedremo come va».
Due suoi colleghi, Mario e Daniele del terzo anno, sono «contenti di tornare in aula dove avremo una maggiore attenzione dai docenti grazie al contatto diretto. Ora resta da vedere il tema dei trasporti pubblici, anche se stamattina non erano molto affollati dagli studenti ma soprattutto da lavoratori». La classe di Mario e Daniele tornerà quasi al completo, mentre quella di Fabiana e Carlotta, al primo anno di liceo, avrà solo 7 alunni su 28 ma «preferiamo stare in aula per partecipare più attivamente», spiegano le studentesse, perché in «Dad si interviene più raramente».
DIDATTCA MISTA CONTESTATA - Al liceo Scientifico Scacchi di Bari, tra i più grandi del capoluogo pugliese, ha deciso di tornare in presenza solo il 17% degli alunni: su 1.560 oggi saranno in aula meno di 300. Questo almeno fino al 6 febbraio, data in cui scadrà l’ordinanza della Regione Puglia che da oggi consente il rientro per gli studenti delle superiori entro il limite del 50% lasciando la possibilità di restare in Didattica a distanza.
«Abbiamo - spiega la preside dello Scacchi, Chiara Conte - solo tre classi al completo su 63; alcune sono invece rimaste con la didattica completamente a distanza, in altre ci sono solo 2-3 alunni e altre ancora arrivano fino a 10-15 presenze». Quanto all’annunciata presenza della Protezione civile, la preside spiega che era prevista per evitare assembramenti all’uscita, ma dati i numeri delle presenze non è stato necessario. «Inoltre - sottolinea - noi abbiamo previsto l'ingresso già dalle 7.40, proprio per evitare che i ragazzi stessero fuori ad aspettare l’apertura dei cancelli».
In media, nelle altre scuole superiori, le presenze si attestato tra il 20 e il 25%. Come nel caso dell’istituto Tecnico Panetti-Pitagora e dell’Iiss Marconi-Hack di Bari.
Il ritorno in aula ha diviso anche i pareri dei professori. La preside del Marconi-Hack, Anna Grazia De Marzo, spiega che "mentre alle famiglie è stata data la possibilità di scegliere, ai docenti no, e in tanti hanno paura perché, ad esempio, hanno parenti immunodepressi». Olinda Ciccolella, docente di Lettere all’istituto Panetti-Pitagora, sottolinea che «sono due strategie didattiche completamente differenti, quella in presenza e quella a distanza: per fare lezione - evidenzia - i ragazzi devi guardarli negli occhi, e avendo contemporaneamente studenti in aula e a casa, su chi orienteremo lo sguardo?».
Stessa domanda che si pone la sua collega che insegna Storia e Italiano: «Lottiamo per creare un gruppo classe coeso e poi lo spacchiamo? La comunicazione digitale ha un codice, quella in presenza un altro: noi - conclude - faremo comunque del nostro meglio, ma con questa didattica mista mortifichiamo gli studenti». Daniele Solitario, che insegna Educazione fisica al Lenoci, ritiene che la possibilità di scegliere tra presenza o Did non faccia «altro che ritardare il ritorno alla normalità, invece di insegnare a convivere col virus consapevolmente e rispettando le precauzioni, come già facevamo fino allo scorso ottobre».