Il caso
Bari, morti di legionella al Policlinico: piano sicurezza acque approvato a settembre
Gli atti del Policlinico Bari depositati per l'inchiesta sulle omissioni
BARI - Dal 22 agosto 2018, dopo il primo decesso per legionella nel Policlinico di Bari, l’azienda ospedaliera avrebbe adottato «misure di prevenzione e controllo per la riduzione del rischio di legionella» attraverso una serie di iniziative culminate, nel settembre scorso, due anni dopo, con la redazione del Piano di sicurezza delle acque, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, la chiusura di un reparto, il trasferimento dei pazienti, il blocco dei ricoveri e l’avvio degli interventi di bonifica. E’ quanto emerge dalla documentazione trasmessa a settembre dalla direzione sanitaria del Policlinico alla Asl e ai carabinieri del Nas e acquisita oggi dal gip che si è pronunciato nei giorni scorsi sull'inchiesta che ha portato al sequestro di due padiglioni infetti e alla richiesta di interdizione per la dirigenza dell’ospedale. Agli indagati, accusati di omissione di atti d’ufficio e morte come conseguenza di altro delitto per la morte di quattro pazienti (l'ultimo ad agosto 2020), la Procura di Bari contesta di non aver proceduto alla bonifica nonostante le ripetute sollecitazioni della Asl e nonostante i casi accertati di legionellosi contratta in alcuni reparti dei due padiglioni Chini e Asclepios.
La documentazione depositata oggi dalle difese, ritenuta comunque dalla Procura «non risolutiva», elenca le attività svolte dal Policlinico: la calendarizzazione degli interventi di manutenzione sugli impianti idrici, l'istituzione di uno specifico gruppo di lavoro e di una task force per il monitoraggio dei campionamenti ambientali. Poi, dal gennaio 2020, dopo altri due decessi e dopo i primi accertamenti del Nas, l’azienda avrebbe programmato il «flussaggio» degli impianti, sollecitato accertamenti diagnostici sui casi sospetti di polmonite per legionella, chiesto di effettuare una valutazione del rischio legionellosi, avviato il piano di pulizia e manutenzione idrica. L’attività di bonifica, dopo la redazione del Piano di sicurezza delle acque, sarebbe stata avviata a settembre 2020, all’indomani del quarto decesso e la direzione sanitaria è «tutt'ora impegnata - si legge negli atti - in azioni straordinarie relative al caso, anche con il supporto dell’ISS».