La richiesta
Covid, l'appello della Caritas: «Donate cibo le parrocchie hanno bisogno»
L'Sos di San Sabino è una richiesta di sostegno che si può moltiplicare per tutte le parrocchie, tanto che la Caritas diocesana ha deciso di lanciare un appello corale
BARI - C'è bisogno di una mano tesa. Oggi più che mai. Di un aiuto che si possa concretizzare in un semplice sorriso o in una busta con generi alimentari di prima necessità. «Stiamo cercando di non lasciare solo nessuno – spiega Vito Mariella, vice direttore della Caritas diocesana Bari-Bitonto – ma le necessità si stanno moltiplicando ed anche noi abbiamo bisogno di non essere lasciati soli. In tutti questi mesi non siamo stati fermi a guardare, ma sempre dalla parte dei più dimenticati. Pensiamo anche solo a quanto fanno le nostre comunità parrocchiali con i loro sacerdoti e i centri di ascolto, pensiamo alle 13 mense del coordinamento Caritas che solo su Bari dispensano settimanalmente 2500 pasti, pensiamo alle 126 comunità di tutta la diocesi che supportano 15mila persone. Durante il primo lockdown abbiamo registrato un aumento vertiginoso con 8700 persone che hanno bussato alla nostra porta per la prima volta e abbiamo accolto tutti». Il timore è che oggi tutto si ripeta, con una pressione crescente di richieste di aiuto.
Un timore che è quasi certezza come scrive don Angelo Cassano della parrocchia di San Sabino lanciando la sua richiesta di aiuto attraverso la pagina Facebook: «Questo clima di incertezza sta generando tristezza e paura, una paura collettiva e generalizzata. La povera gente inizia di nuovo a perdere quei piccoli lavori che le consentiva di non dover ricorrere a noi. E noi, come Caritas parrocchiale, siamo preoccupati di non riuscire a sostenere le numerose famiglie che ormai già iniziano a bussare alla nostra porta. Le nostre scorte alimentari iniziano a scarseggiare e noi non vogliamo trovarci nella difficoltà di dover negare l'aiuto a chi è veramente nel bisogno. Per questo vi chiediamo di continuare ad aiutarci donando generi di prima necessità».
L'Sos di San Sabino è una richiesta di sostegno che si può moltiplicare per tutte le parrocchie, tanto che la Caritas diocesana ha deciso di lanciare un appello corale in preparazione della «Giornata mondiale del povero», che si terrà il prossimo 15 novembre.
«Si tratta di una ricorrenza fortemente voluta da Papa Francesco, che sollecita le comunità cristiane e non solo a non abbassare la guardia nella custodia dei fratelli, specie più fragili e vulnerabili – si sottolinea dalla Caritas -. Sebbene la Chiesa non ha soluzioni complessive da proporre ma offre solo la sua testimonianza e gesti di condivisione, essa sente il dovere di presentare le istanze di quanti non hanno il necessario per vivere. Sono tante le mani (e le menti) che si sono tese verso le numerose forme di povertà specie in questo tempo di emergenza: come non pensare ai tanti operatori della sanità che continuano a restare sul fronte e a cui vien chiesto un supplemento di umanità e coraggio non indifferente; come pure non vogliamo dimenticare gli assistenti sociali, gli educatori, gli psicologi, gli operatori di comunità e di servizi particolarmente dedicati a fasce fragili, sia minori che anziani. Non possiamo rimanere complici di atteggiamenti di indifferenza e cinismo».
«Chiediamo ai cittadini di continuare a mettersi a disposizione – spiega Vito Mariella -. Per la Giornata Mondiale del povero non si potrà fare tantissimo ma anzitutto invitiamo i cittadini a portare alla parrocchia più vicina beni alimentari, come anche sono necessari beni scolastici a sostegno dei ragazzi più in difficoltà. Alle Istituzioni, a qualsiasi livello, chiediamo di non dimenticare, mentre si combatte la crisi sanitaria dovuta al Covid 19, l’enorme crisi sociale che già esisteva e che ora il virus amplifica. Alle famiglie diciamo: non disperate. Chiedere aiuto senza vergogna. C’è una cultura del buon vicinato che possiamo continuare a tutelare e a favorire. A chi può diciamo: non lasciateci soli, siamo sulla stessa barca».