Lo smart working giova grandemente alla salute. Il potenziamento del lavoro agile, diffuso nelle aziende private, è un dato di fatto anche nella pubblica amministrazione, soprattutto negli enti locali più grandi. I dati forniti dal Comune di Bari evidenziano innanzitutto un aspetto collegato, forse meno prevedibile: il crollo dei giorni di malattia in un periodo di massiccio utilizzo della modalità da remoto. Considerando i mesi di aprile, maggio e giugno, si è passato in tre mesi da 4.690 (2019) a 3.153 (2020), un decremento esattamente di un terzo (33%). La tendenza già evidente ad aprile, in periodo di lockdown, quando i giorni di malattia sono stati complessivamente 1.364 (722 richiesti da femmine e 642 da maschi), circa un centinaio in meno dei 1.459 registrati nello stesso mese del 2019 (961 da femmine e 498 da maschi), è esplosa nelle settimane successive. A maggio (dal 4 sono iniziate le riaperture) ne sono stati registrati 934 (496 da femmine 438 da maschi) rispetto ai 1.583 dell’anno precedente, con una differenza sostanziale per le donne: 1.015 giorni di malattia nel 2019, cioè più del doppio (per gli uomini il 30% in più). A giugno, poi, il raffronto è sorprendente, anche per l’incidenza maggiore dei maschi: le infermità si sono dimezzate. Infatti, un anno fa i giorni sono stati 1.648 (933 donne e 715 gli uomini), dodici mesi dopo solo 855 (417 femmine e 438 maschi).
IRREVERSIBILE A maggior ragione dopo questi riscontri, al Comune di Bari, così come del resto in altre realtà, l’epidemia da Coronavirus ha di fatto messo in moto una riorganizzazione ritenuta ormai irreversibile. Per decreto, il lavoro agile proseguirà nel pubblico almeno fino alla fine dell’anno (fino al 15 ottobre, tranne prolungamenti, nel privato). Ma lo spartiacque dell’emergenza sanitaria porterà a una stabilizzazione del modus operandi attuale che coinvolgerà in futuro una larga fetta di dipendenti. Un’idea di ciò che potrà accadere in pianta stabile si può avere analizzando i dati dello smart working relativi alle settimane del periodo fra il 2 marzo e il 24 luglio. In generale, confrontando la prima settimana e l’ultima, si passa dalle 33 unità in smart working al 7 marzo alle 278 conteggiate al 24 luglio. L’aumento in percentuale è impressionante (+842%), ma non rappresenta le reali potenzialità. Infatti, al minor numero di dipendenti in lavoro agile nelle ultime settimane considerate (vedi grafico) possono essere aggiunti i potenziali smart worker risultati assenti per malattia, ferie o 104.
SVOLTA A parte il dato statistico e le variazioni contingenti e prospettiche, è certo che per molti dipendenti del Comune (complessivamente 1.755 a fine luglio) il futuro sarà lontano dalle sedi sparse per i quartieri della città. Ci sono fasce che non potranno beneficiare dell’innovazione (vedi i vigili urbani impegnati nel presidio del territorio e nelle altre operazioni), ma in molti potranno continuare in modalità telematica (basti guardare il numero di dispositivi acquistati dal Comune: sono in arrivo altri 140 personal computer da destinare ai lavoratori in aggiunta ad altri 350 già consegnati). Insomma, per circa un terzo dell’organico il lavoro agile proseguirà ben oltre il prossimo 31 dicembre. «Ci sono settori - afferma Eugenio Di Sciascio, vicesindaco e assessore all’Innovazione tecnologica - che dovranno lavorare in presenza. Pensiamo ad esempio a chi anche durante il lockdown ha operato in sede per il rilascio dei certificati di nascita e di morte. Oppure appunto ai vigili urbani. Alla fine della piena emergenza sono dovuti rientrare molti degli addetti ai servizi demografici, per fare un altro esempio. Ma in generale la nostra linea di prudenza è stata coerente con quella nazionale, facendo confluire il minor numero di persone per mantenere il distanziamento sociale. Non c’è dubbio che che il personale gradisca diffusamente lo smart working, e devo dire che la produttività è rimasta pressoché inalterata, visto che è indispensabile garantire i servizi alla cittadinanza. Una svolta avverrà nelle prossime settimane con l’avvio degli sportelli virtuali. Il cittadino potrà prenotarsi, collegarsi e interagire in conferenza direttamente con l’operatore ed eventualmente recarsi in sede soltanto per il ritiro di un certificato, se necessario.
Converrà che la procedura è molto più rapida e conveniente. Insomma, andiamo verso un trend di coesistenza col lavoro agile che peraltro non riguarda solo il Comune di Bari. Se ne discuterà, anche perché penso sarà necessario, una volta terminata la proroga in deroga stabilita dai decreti, un passaggio anche con i sindacati. Il tema, peraltro, contempla anche altri aspetti collegati. Non è banale, ad esempio, il passaggio della riapertura delle scuole. Vedremo. Di certo, però, il processo iniziato non si fermerà».