Edilizia scolastica post Covid

Bari, muri abbattuti e pannelli mobili: così le scuole anti-Covid si preparano

Antonella Fanizzi

Dalla «Kennedy» di Poggiofranco alla «Mazzini» del quartiere Murat, si programmano gli interventi in vista della riapertura di settembre

BARI - Nella scuola Kennedy di Poggiofranco bisognerà abbattere una parete per includere nell'aula lo spazio di un ripostiglio. Nella media Verga di Torre a Mare saranno installati, invece, una serie di pannelli mobili per dividere grandi stanzoni e ricavare le aule. Dal cancello dell'istituto Aldo Moro di Santo Spirito passano ogni giorno 900 studenti: sarà aperto un secondo varco in modo da scongiurare la calca e quindi gli affollamenti. Alla Mazzini del quartiere Murat gli spazi saranno distribuiti in maniera più efficace.

Sono alcuni degli interventi di edilizia leggera che il Comune è pronto ad effettuare per adeguare gli edifici scolastici alla normativa antiCovid. Dal 24 settembre gli alunni, dopo sei mesi a casa fra lezioni in videoconferenza e vacanze estive, torneranno in classe. Ma il rientro dovrà avvenire in sicurezza. Per questo gli assessori alle Politiche educative, Paola Romano, e ai Lavori pubblici, Giuseppe Galasso, hanno incontrato i 32 dirigenti a capo di 122 plessi distribuiti sul territorio cittadino: i presidi hanno fatto un elenco delle richieste che vanno nella direzione di incentivare la didattica in presenza e non a distanza, così come accaduto dal 14 marzo scorso a causa della pandemia. Concluse le conferenze di servizi, da domani mattina inizieranno i sopralluoghi.

L’assessora Romano è ottimista: «Non ci sono situazioni critiche. Sarà necessario fare qualche intervento ma, in attesa che dal ministero dell'Istruzione arrivi il milione di euro promesso, faremo ricorso ai nostri cinque accordi-quadro per la manutenzione degli immobili, per un totale di 5 milioni di euro, in modo da non perdere tempo prezioso». C'è una seconda via d'uscita: le scuole vuote o sottoutilizzate come la San Nicola e la Corridoni a Barivecchia, la Carlo Del Prete a Carrassi, l'asilo nido Viterbo a Japigia, la succursale del plesso Vacca di Catino e l'Iqbal Masih di Enziteto, la Manzoni-Lucarelli di Carbonara che avrebbe locali inutilizzati.

La mappa disegnata dal Comune è definita. Il metodo utilizzato per comprendere se il distanziamento può essere garantito è questo: dalla capienza di ogni aula sono stati sottratti 12 metri quadrati per lo spazio-insegnante (in via precauzionale, al posto degli 8 metri previsti dalla normativa anticontagio) e nella superficie restante sono stati collocati i banchi monoposto (è l’ultima novità sdoganata dal ministero) che misurano 70 per 50 centimetri, garantendo un metro fra le rime buccali (gli alunni da seduti devono stare a un metro da bocca a bocca). Parametri rispettati nella quasi totalità delle aule. Progetti e calcoli saranno trasmessi ai presidi che, a loro volta, dovranno effettuare le opportune simulazioni e potranno disporre diversamente le classi a seconda del numero degli iscritti.

C'è inoltre uno studio per riattivare le mense in sicurezza. Dice Paola Romano: «I refettori sono ampi. Abbiamo già effettuato le ispezioni: i locali dove vengono apparecchiate le tavole sono idonei. Comunque, qualora fosse necessario distribuire i pasti su più turni, abbiamo preso in considerazione l'ipotesi del pranzo in classe: in questo caso il pasto sarà servito in monoporzioni».
Infine lo scuolabus: le iscrizioni al trasporto scolastico saranno aperte a giorni. Non dovrebbero esserci problemi: sulla scorta dell'ordinanza firmata dal governatore Michele Emiliano, al momento non sono previste limitazioni particolari per tutti i mezzi pubblici. «In ogni caso - conclude l'assessora - abbiamo nel cassetto un piano alternativo, con la capienza dei mezzi al 50 per cento, affinché nessun bambino e nessun ragazzo venga penalizzato. Siamo pronti a fronteggiare eventuali emergenze».

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