Le nascite calano e i decessi aumentano (la Covid non c’entra perché i dati Istat si riferiscono al 2019). In più, il saldo migratorio è continuamente negativo, visto che sono sempre numerosi i baresi, soprattutto i giovani, che si spostano dalla provincia per lavoro e per studio andando al Nord e all’estero. La riduzione della popolazione nella provincia di Bari dunque prosegue, confermando l’andamento degli ultimi anni, con una particolarità: la percentuale su base annua (rispetto al 2018) è identica nel Barese e nel capoluogo (-0,4%), ma con una sostanziale differenza, dal momento che nel primo caso la tendenza a lasciare il proprio territorio eguaglia numericamente lo sbilancio naturale, mentre a Bari città a incidere è quasi esclusivamente il saldo tra i nati e i morti.
I DATI La diminuzione dei residenti si registra in tutta Puglia, dove la popolazione è scesa dai 4.031.023 del 2018 ai 4.008.296 residenti di fine 2019, con una differenza di 22.727 (-0,6%), di poco superiore percentualmente a quanto accaduto in provincia di Bari, dove da 1.254.202 si è scesi in 12 mesi a 1.249.246 residenti (639.874 femmine e 609.372 maschi), con un decremento pari all’intera popolazione di Cellamare, cioè di 4.956 individui (2.282 femmine e 2.674 maschi), dovuto equamente al saldo negativo (-2.555) tra nascite (8.919) e decessi (11.474) e al saldo migratorio (via in 2.405). In particolare, il confronto mensile tra nati e morti evidenzia un andamento negativo costante, ma anche una curva che sottolinea la tendenza a un azzeramento nei mesi primaverili ed estivi: a gennaio - 429, a febbraio - 431, a marzo, -422, ad aprile -265, a maggio -218, a giugno -187, a luglio -82, ad agosto - 71, solo a settembre + 2, a ottobre -73, a novembre -124 a dicembre -251. Alle nascite, sostanzialmente stabili (743 al mese in media), fa da contraltare un numero di decessi (media: 966) più alto nei mesi più freddi (probabilmente dovuto all’incidenza delle malattie stagionali). Nella città di Bari, invece, pur mantenendosi inalterata in percentuale la diminuzione dei residenti (da 323.615 a 322.316: -0,4% come in provincia), il saldo negativo, pari a 1.299, è determinato in gran parte da quello naturale (-1.251) rispetto a quello migratorio (-48). In sostanza, nel capoluogo si nasce meno che in provincia, ma è dalla provincia che maggiormente la gente se ne va verso altre destinazioni. Il numero di iscritti e di cancellati dalla città è invece meno sbilanciato (4.873 vanno in altri Comuni italiani e 4.527 arrivano), ma c’è uno scarto del doppio tra chi giunge dall’estero (1.172) e chi parte (654). Va però precisato che gli elementi a disposizione non contemplano la nazionalità di chi si sposta. Teoricamente, l’esodo di cittadini nati a Bari verso l’Europa e il mondo potrebbe dunque essere doppiato dall’ingresso, se non di connazionali di ritorno, di extracomunitari. Peraltro, sono consistenti le cifre delle persone iscritte (719) e cancellate (939) all’anagrafe di cui non si conosce la provenienza (migranti extra Ue, ma non solo). Curiosità: si lascia Bari (almeno considerando il 2019) di più a marzo e a settembre e si torna tra aprile-maggio e novembre.
LA MIGRAZIONE Riguardo allo spopolamento, l’Istat conferma quanto già evidenziato dal rapporto Svimez del 2019 sull'economia e la società del Mezzogiorno, impietoso riguardo alla fuga dei cervelli, soprattutto se si considera il depauperamento di quella che dovrebbe essere la miniera dell'Italia: i giovani. Dalla Puglia negli ultimi dieci anni (2008-2017) i giovani residenti (tra i 15 e i 34 anni) sono diminuiti notevolmente, passando da 1 milione e 65mila a poco più di 900mila, con una differenza dunque di oltre 150mila persone (-14 per cento), la maggior parte delle quali (135mila circa) si è spostata in altri territori della Penisola, ma (una buona fetta) anche all'estero (14.800, il 6 per cento del conto nazionale). La tendenza è confermata anche in provincia di Bari, per la quale è sufficiente dare uno sguardo al dato sulla migrazione registrato nel decennio di riferimento. Al 1° gennaio 2018 nell'area della Città metropolitana, su una popolazione di 1.251.994 persone, i residenti under 35 (dai 15 ai 34 anni) erano 282.152, il 13,8 per cento in meno (-45.338, quasi quanto l'intera Monopoli, o Corato) rispetto a due lustri prima (327.490). Anche il capoluogo rispetta la media regionale (il dato è leggermente peggiore: -14,7%, e cioè da 78.445 a 66.878 giovani), ma, considerando gli altri Comuni della provincia, balza subito all'attenzione la percentuale di decremento riguardante Alberobello, proprio uno dei centri col maggior flusso di presenze turistiche negli ultimi anni (-22 per cento, da 2.785 a 2.171 con una perdita di 614 giovani) e più in generale il calo più rilevante delle città di mare (Molfetta -16,2%, Monopoli -17,5%, Giovinazzo -18,8%, fino a Mola con -21, a parte Polignano che resiste col -13,6%).