istruzione
Bari, ripartenza in salita fra banchi monoposto e scuole da riattivare
I docenti e le famiglie baresi contro le classi-pollaio chiedono un aumento delle cattedre. Il Comune intanto disegna la mappa degli istituti semivuoti
Bari - I banchi monoposto. L’antidoto alle classi-pollaio, emergenza esplosa a causa del coronavirus, non passa attraverso la stabilizzazione dei docenti precari e dei bidelli, indispensabili gli uni e gli altri per distribuire in maniera più razionale gli alunni, e risolvere una volta per tutte il problema del sovraffollamento. La soluzione sono i banchi singoli antiCovid: toccherà al commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri, acquistare e assegnare i banchi di nuova generazione in grado di preservare la distanza minima richiesta dai medici per non rischiare ulteriori casi di contagio da Covid19. Questo sarebbe in teoria l'obiettivo.
Bari nel frattempo cosa fa? L'assessora alle Politiche educative, Paola Romano, in attesa di avere una interpretazione autentica, ma in maniera ufficiale, sul calcolo della distanza fra studenti (che varia fra statica o dinamica, e cioè da seduti o in movimento) avvia una mappatura degli spazi sui 122 plessi presenti sul territorio cittadino. Spiega: «I dirigenti stanno facendo simulazioni in tutte le aule. Le scuole più problematiche sono poche, fra queste la Mazzini e la Piccinni: nel primo caso si potranno sfruttare le stanze che ospitano gli archivi, da spostare nel seminterrato; nel secondo caso il preside sta ricavando altri ambienti. Per elementari e medie le soluzioni sono più semplici, ma per le superiori il monitoraggio è più complesso. Se ne sta occupando la Città metropolitana con il consigliere delegato Marco Bronzini».
La mappa mette in evidenza non soltanto le criticità, ma anche le risorse. Potrebbero rivelarsi utili le scuole vuote o sottoutilizzate: la San Nicola e la Corridoni a Barivecchia, la Carlo Del Prete a Carrassi, l'asilo nido Viterbo a Japigia, la succursale del plesso Vacca di Catino e l'Iqbal Masih di Enziteto, la Kennedy di Poggiofranco e la Manzoni-Lucarelli di Carbonara che avrebbero locali inutilizzati.
Per adeguare gli istituti, il Comune può spendere un milione di euro e la Città metropolitana altri due: serviranno a realizzare muri divisori in cartongesso, rifare i bagni, acquistare forniture e arredi. Inoltre alle singole scuole sono arrivati in media 40mila euro sempre per lavori di edilizia leggera. C'è però un ostacolo: il tempo. È vero che la Puglia ha posticipato addirittura di 10 giorni l'avvio delle lezioni rispetto al calendario nazionale (si riparte il 24 settembre e non il 14, perciò a urne chiuse dopo il voto per il rinnovo del consiglio regionale), ma abbattere e alzare pareti non è cosa da poco.
L'assessora è preoccupata: «Il ministero ha dato soldi alle scuole, al Comune, alla Città metropolitana. La Protezione civile acquista i banchi monoposto. Ma nessuno stila un calendario con i tempi. Per questo ci siamo attrezzati con accordi-quadro sia per gli interventi di edilizia sia per gli arredi. Se le sedute monoposto non dovessero arrivare o dovessero essere insufficienti, il Comune è pronto a integrare le suppellettili in tempi rapidi». La scadenza è il 1° settembre, in coincidenza con l'avvio dei recuperi. Questi banchi speciali sono composti da un unico corpo con una sedia, i braccioli, un piano di appoggio, uno spazio microforato sotto la seduta per lo zaino e sei rotelle per essere facilmente spostati. Il tavolino incorporato permette l’utilizzo del piano d’appoggio in diverse posizioni.
I presidi di primaria e secondaria di primo grado temono che anche questa volta le indicazioni arriveranno in ritardo e che bisognerà tamponare le emergenze.
I colleghi delle superiori stanno già ipotizzando di alternare lezioni in presenza con la didattica a distanza: a turno metà degli alunni sarà in classe, l'altra metà a casa in videocollegamento. Sta di fatto che i numeri non giocano a favore di Bari e della Puglia: la media è di 20,7 alunni per classe, la più alta d'Italia. Ci sono perciò anche classi da 30 studenti. Il distanziamento? Uno slogan. I presidi di lungo corso sono i più pragmatici: hanno già incaricato i collaboratori di reperire dai magazzini i banchi singoli, anche se malconci. Una guerra con le famiglie su eventuali doppi turni, dal momento che non si sa ancora nulla sugli ingressi scaglionati e sul funzionamento di scuolabus e trasporti locali, è certamente da scongiurare.