Ruvo di Puglia - Nuovo sopralluogo ieri mattina in via Ostieri, nel centro storico di Ruvo, nell’ambito dell’inchiesta disposta dalla Procura della Repubblica di Trani per far luce sul casuale rinvenimento di ossa avvenuto nella cisterna interrata di un sottano durante i lavori per aspirare acqua.
Si tratta della parte di un cranio e di 3 femori, 2 dei quali con segni di fratture, che, secondo i primi rilievi dell’Istituto di medicina legale del Policlinico di Bari, apparterebbero a un uomo e a una donna.
Ai Carabinieri, il proprietario del sottano, che martedì aveva lanciato l’allarme, ha riferito di non aver mai aperto la botola da quando è in possesso dell’immobile. Anche per ciò si ipotizza che le ossa risalgano a cadaveri sepolti lì da tempo.
L’ambiente altamente umido e fangoso, al momento, rende più complicata la datazione e azzardata qualunque conclusione, per un ventaglio di ipotesi che spazia dalle più inquietanti (corpi soppressi e nascosti) alla più benevola considerazione del fatto che la zona in passato ospitava un convento, che, dunque, potrebbe aver avuto anche un’area cimiteriale.
Il lavoro dei medici legali baresi è affiancato da rilievi e dalle ricostruzioni, anche di natura storica, dei Carabinieri nonchè dalle perlustrazioni del Reparto spleofluiviale dei Vigili del fuoco. Nei prossimi giorni sono previsti ulteriori sopralluoghi.
Per ora, dunque, si tratta di un’inchiesta conoscitiva, che però non esclude colpi di scena, soprattutto se i risultati degli accertamenti del carbonio-14 (esame che stabilisce l’epoca cui risalgono i resti umani) dovessero approdare a un periodo non molto lontano nel tempo. I sopralluoghi e le prime attività investigative nel sottano e nelle zone attigue mirano preliminarmente a liberare la cisterna da acqua e fango.
In città tiene banco ilmacabro ritrovamento. In tanti sussurrano le ipotesi più suggestive. La realtà dei fatti è che il locale di via Ostieri è stato posto sotto sequestro. Le ossa recuperate sono state portate a Bari, al Policlinico, come detto.
«Non penso a un decesso molto recente - ha dichiarato il professor Francesco Introna, dell’Istituto di Medicina legale. Solo studi più approfonditi potranno stabilire a quante persone appartengono e di quale epoca sono. Il fatto che siano state trovate sott’acqua impongono accertamenti più approfonditi perché i tessuti biologici si dilatano, in quelle condizioni».
La scoperta è stata effettuata dal proprietario mentre era intento a ripristinare l’ambiente del sottano. Nel tentativo di aspirare l’acqua da uno dei due pozzi presenti nel locale si è insospettito per la lentezza con la quale essa risaliva e ha deciso di far scendere nel pozzo anche il suo collaboratore.
Il locale è fuori dal perimetro del «Monastero di San Matteo sotto la regola di San Benedetto», riservato solo al ramo femminile, ubicato un tempo tra via Ostieri e via Le Monache e che non esiste più perché abbattuto in parte nel 1941 e in parte nel 1962.
In molti ipotizzano che gli scheletri possano appartenere a suore decedute in tale monastero, anche se una strada di mezzo separa lo stesso dal sottano. Un’altra ipotesi suggestiva vede la possibilità che qualcuno abbia seppellito persone magari malate di peste o colera.