l'iniziativa
«L’Italia che canta»: l’Orchestra di Bari online con la Cucinotta madrina
Il progetto, in collaborazione con l’Ordine dei medici, in rete giovedì. Solisti i tenori De Caro, Di Vietri, Gramegna e Zingariello
«L’Italia che canta». È con questo piccolo progetto che, nell’attesa di tornare a esibirsi dal vivo a metà giugno - sia pure con tutte le stringenti norme anti covid - l’Orchestra sinfonica della città metropolitana di Bari riprende a collaborare con l’Ordine nazionale dei medici presieduto da Filippo Anelli.
Dalla giornata di giovedì, sui canali social della Città metropolitana e dell’Ordine dei medici, verrà pubblicato un videoclip dedicato al sacrificio e all’abnegazione dimostrata dagli operatori sanitari italiani durante la pandemia. Due sole canzoni fra le più popolari del passato, Parlami d’amore Mariù e Mamma, che il direttore d’orchestra Angelo Nigro ha arrangiato appositamente per le voci di quattro eccellenze della vocalità pugliese, i tenori Lorenzo De Caro, Dario Di Vietri, Leonardo Gramegna e Francesco Zingariello e per il sassofono soprano di Roberto Ottaviano. A realizzare il filmato di questo progetto - voluto dal consigliere delegato alla Cultura Francesca Pietroforte e realizzato dalla dirigente Maria Grazia Magenta con il direttore artistico dell’Ico Marco Renzi - il giovane regista Rocco Anelli, che spiega: «Abbiamo ideato una grafica realizzata con Stone Lab che riproduce un quadro di Mondrian, un artista che, col suo neoplasticismo, si rifaceva al jazz e voleva liberarsi della forma per raggiungere l’astrazione del ritmo. Ed è stato proprio il richiamo all’idea del ritmo a orientarci a Mondrian».
Ma il filmato musicale si avvarrà di un madrinaggio d’eccezione, perché a presentare l’iniziativa sarà l’attrice Maria Grazia Cucinotta. «È un modo di dire grazie a chi è stato in prima linea in tutte queste settimane - spiega l’attrice - e sono felice di poter aggiungere anche la mia voce a questo ringraziamento. Non dimentichiamo che siamo ancora nella crisi ed è giusto che anche il mondo dell’arte, dello spettacolo, facciano sentire la propria voce».
A questo proposito, signora Cucinotta, il mondo dello spettacolo è ben lungi dal riprendersi dopo la pausa forzata ed anzi è alle prese con regole che sembrano doverne snaturare la stessa funzione.
«È vero e devo confessare che sto vivendo questa ripresa con dispiacere: ogni limitazione della libertà è qualcosa di negativo. L’Italia non è solo fashion e che sia arte, spettacolo, turismo, tutto ciò che l’ha resa grande va tutelato. Mi spiace che tante professionalità vengano penalizzate, specie nell’ambito della creatività. Basterebbe un maggior controllo sanitario per avere maggiore libertà di movimento, anche nello spettacolo».
Lei come ha trascorso la sua quarantena?
«A casa dopo aver finito a marzo un tour di cinque mesi. Era quello che mi ci voleva, anche se le notizie che giungevano ogni giorno erano drammatiche. Dietro la pace apparente c’era sempre la paura, le notizie dei morti, dei disoccupati. In 34 anni di professione non sono mai stata ferma così a lungo».
Cosa l’attende adesso?
«Con la mia società di produzione dovevamo partire con una serie americana e con un altro film, ma per ora sono congelati. Sembra che riprenderanno gli spettacoli dal vivo, avevo in programma delle letture con accompagnamenti musicali e spero di poterle recuperare. Poi a novembre sarei dovuta tornare in scena con Le figlie di Eva. Vediamo, ormai si vive alla giornata».