BARI - Ad aprile, nei quattro Centri antiviolenza (Cav) della provincia di Bari, compreso quello del capoluogo pugliese, sono triplicate rispetto al mese precedente le richieste di aiuto da parte di donne vittime di violenze psicologiche e fisiche, e sono quadruplicati gli allontanamenti con successivo inserimento in case rifugio. Il dato, fornito dal Cav comunale di Bari, fotografa un nuovo allarme. Dall’inizio dell’emergenza coronavirus, infatti, probabilmente a causa della convivenza forzata con i maltrattanti, e per la paura e le difficoltà delle donne a chiedere aiuto, in tutta la regione Puglia gli accessi ai Centri antiviolenza erano diminuiti del 40% e le prese in carico del 50%. Nei quattro Cav di Bari, a marzo, gli accessi erano stati 11 (rispetto ai 28 di febbraio) con due provvedimenti di allontanamento. Ad aprile le richieste di aiuto sono di nuovo salite a 29, quasi il triplo, (altre 5 nella prima settimana di maggio) e gli allontanamenti di donne, anche con figli piccoli, sono stati 8 (quattro volte il dato del mese precedente).
«C'è stato un aumento notevole degli interventi in emergenza con un numero molto al di sopra della media - spiega Marika Massaua, coordinatrice del Cav di Bari - perché di solito abbiamo a che fare mensilmente con una o due situazioni critiche che richiedono trasferimenti di urgenza di vittime di violenze psicologiche e fisiche»