BARI - E il Ragù fu. Il Teatro Abeliano e Vito Signorile quale suo «dominus magister» hanno iniziato con il fatidico Ragù, spettacolo insaporito di aromi vernacolari baresissimi, con vecchi e nuovi ingredienti di antica farcitura comica, la serie di trasmissioni sul Web che vogliono trattenere e intrattenere il pubblico in questi tempi cupi del Coronavirus. Una sorta di Abeliano Story trasmessa on-line in diretta sulle pagine FB del teatro, nei lunedì pomeriggio alle 17.00, con replica registrata alle 23.00: sono, sarebbero, alcuni spettacoli registrati negli anni fra quelli realizzati dall’ Abeliano. Tutti presentati brevemente da Vito Signorile, al quale chiedo lumi sull’ iniziativa.
Dopo Ragù, che è andato in onda ieri , quali saranno i lavori che verranno trasmessi?
«Sto realizzando la scaletta proprio in queste ore. Tutto dipenderà anche dal gradimento del pubblico. Oltre agli spettacoli che abbiamo in registrazione, purtroppo non tutti, credo che saranno mandati in onda anche alcune delle “serate” che nel corso degli anni abbiamo organizzato all’Abeliano: penso a quelle dedicate ad Alfredo Giovine, o a Vito Maurogiovanni. Di Maurogiovanni non mancheranno certo spettacoli che anni e anni fa realizzammo, come U café andiche o come La Passione de Criste. Ci sarà anche il nostro Sogno di mezza estate da Shakespeare, Grasso è bello con Tina Tempesta. Anche credo i pezzi da Cechov, il Tabacco fa male, L’ orso, La domanda di matrimonio. Certo anche qualche brano dai numerosi Pirandello, che con l’ apporto di Ettore Catalano furono allestiti, penso a L’uomo dal fiore in bocca con Cris Chiapperini, ai diversi altri. Insomma è un esperimento, per tenere desta l’ attenzione del pubblico per il teatro, così come la nostra (dico del Teatro Abeliano) capacità di stare sul pezzo, cioè sul teatro, anche nei limiti imposti da queste circostanze».
L’idea di celebrare comunque i 50 anni dalla fondazione del Teatro Abeliano non è quindi svanita, tra le nebbie organizzative di questa forzata inattività in pubblico?
«Assolutamente no, anzi queste “trasmissioni” sul Web vogliono essere proprio un preludio, una anticipazione di tutta una serie di eventi, spettacoli, manifestazioni per i nostri 50 anni, che speriamo proprio (hai visto mai?) di riuscire addirittura a realizzare “in pubblico”, magari alla fine di questo maledetto 2020, forse da dicembre. Continuando poi, se sarà possibile, nel proseguimento della stagione 2020/21, se la si riuscirà in qualche modo a mettere in piedi».
Funzioneranno, aspettando il Godot di una ripartenza a pieno regime, queste messinscene virtuali trasmesse per l’ etere, via facebook e telefonini?
«Non c’è al momento nessuna possibile alternativa. Anche i distanziamenti vari e le rarefazioni degli spettatori di cui si parla, lasciano il tempo che trovano: è roba complicata da realizzare, poi con costi forse eccessivi. Surrogati. Il teatro mandato on-line resta una possibilità, un esperimento da non trascurare. Naturalmente in via temporanea, al fine di conservare (per noi teatranti e per il pubblico) almeno il profumo del teatro».