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Bari, con il Coronavirus c'è la «resurrezione» dei negozi sotto casa

 
Rita Schena

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Rita Schena

La «resurrezione»  dei negozi sotto casa

Foto Luca Turi

Gli anziani li preferiscono ai supermercati per far la spesa

Domenica 05 Aprile 2020, 14:03

BARI - Il commercio cambia al tempo del coronavirus. I lavoratori di supermercati e negozi di alimentare diventano «eroi al fronte», il commercio di prossimità torna ad essere un servizio essenziale, le grandi catene di distribuzione obiettivi sindacali a tutela dei dipendenti alle prese con una forte pressione sociale.

«Questa epidemia sta cambiando i canali di distribuzione – spiega Raffaella Altamura, Confesercenti Bari -. Spero che questa lezione serva anche quando usciremo da questo momento di crisi. I piccoli negozi di prossimità stanno tornando a nuova vita e con il servizio a domicilio a volte battono persino la grande distribuzione».

Un trend molto evidente nel capoluogo. Se da un lato i supermercati registrano le lunghe file di accesso, i negozi sotto casa riescono a conquistare la clientela più anziana. «I centri urbani sono vissuti da persone di età più avanzata – sottolinea la Altamura -, al contrario delle periferie che sono più giovani. E gli anziani preferiscono fare meno strada e meno coda, si rivolgono al negozio vicino, a chi conoscono, si fanno portare la spesa a casa o comprano meno rispetto a chi va al supermercato, ma magari escono due volte a settimana invece di una sola. Ecco mi viene da pensare che quando questa tempesta passerà, ci dovremo ricordare delle saracinesche aperte sotto casa, che tanto aiuto ci hanno garantito. I negozi di alimentare stanno svolgendo un importante ruolo sociale, con persone che rischiano ogni giorno la loro salute. Certo, sono piccoli imprenditori e lavoratori a cui bisogna garantire un giorno di riposo e di conseguenza la domenica restano chiusi».
E qui ecco invece arrivare il supermercato. Con il Decreto dell'11 marzo alcuni marchi della Gdo hanno deciso di aprire il punto vendita la domenica e anche i prossimi giorni festivi tra domenica delle Palme, Pasqua e Pasquetta, sollevando l'indignazione dei sindacati che hanno indetto lo stato di agitazione minacciando lo sciopero regionale.

«Noi pensiamo che l'apertura domenicale sia assolutamente inutile in un momento in cui le persone sono a casa e possono tranquillamente fare la spesa negli altri sei giorni della settimana – spiega Marco Dell'Anna UilTucs -, ecco il perché della proclamazione dello sciopero. Come sindacati guardiamo con grande attenzione alle dinamiche che si stanno vivendo, nell'ottica della massima sicurezza per i dipendenti. Alcune aziende hanno addirittura implementato le misure di sicurezza sanitaria, ma inevitabilmente il surplus del lavoro si fa sentire sui dipendenti. A far saltare il banco il servizio delle spese a domicilio, che si è centuplicato nei numeri, e le malattie preventive di alcuni dipendenti che magari con patologie pregresse o familiari fragili, hanno paura dell'esposizione. Il surplus di lavoro che si crea ricade inevitabilmente su chi è presente e questi carichi rischiano di schiacciare persone alle quali dobbiamo un grazie enorme per quanto stanno facendo. Anche per questo la domenica è importante chiudere».

I sindacati puntano ad una chiusura settimanale per garantire la necessaria sanificazione dei locali.

«Alcuni grandi marchi come Coop, Auchan, Conad e Penny Market hanno deciso di tener chiuso la domenica, altri no. La verità è che stanno facendo grandi fatturati e non vogliono mollare la presa – mette in evidenza Barbara Neglia, Filcams Cgil Puglia -. Secondo me, avremo buone adesioni allo sciopero proclamato per i prossimi giorni festivi».
Festività pasquali che inevitabilmente quest'anno saranno «diverse». Cancellata la gita fuori porta di Pasquetta, ma anche il luculliano pranzo di Pasqua, i consumi si stanno ridimensionando.

«Anche questo però a vantaggio dei negozi di prossimità e della qualità – spiega la Altamura -. Faccio l'esempio delle pasticcerie hanno inizialmente sentito la concorrenza dei supermercati, che insieme a pane e focacce vendono pasticcini e dolci, ma in questi giorni hanno di nuovo un grande da fare. A Bari sono in piena attività per preparare colombe e uova da consegnare a domicilio. Ricevono decine di ordini, da parenti che sono lontani e vogliono fare un regalo a distanza o dalla famiglia che sceglie il prodotto artigianale piuttosto che il commerciale. Il pranzo di Pasqua non si potrà fare tra tavolate di parenti e in molti scelgono la qualità».

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