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Bari, mascherine da 1 euro vendute a 18: sequestri in azienda genero ex assessore. La società: «Noi sempre corretti»

Massimiliano Scagliarini

Inchiesta nata da un articolo della «Gazzetta». Imprenditore accusato di manovre speculative su merci di prima necessità

Le mascherine “ffp3” da 1,25 euro sono state rivendute alla Asl di Bari a 18 euro l’una, in un momento in cui il fornitore originario - la multinazionale americana 3M - non procedeva alle consegne sostenendo che la merce non fosse disponibile. Per questo stamattina il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Finanza di Bari, agli ordini del colonnello Pierluca Cassano, su disposizione del procuratore aggiunto Roberto Rossi ha effettuato perquisizioni e sequestri nella sede della Aesse Hospital amministrata da Elio Rubino, genero dell’ex assessore alla Salute della giunta Vendola, Alberto Tedesco (assolutamente estraneo all'inchiesta).

L’imprenditore, 47 anni, è accusato di manovre speculative su merci di prima necessità, ipotesi di reato che consente anche il sequestro della merce quando il tentativo di lucrare su beni di prima necessità viene scoperto in flagranza. L’inchiesta della Procura di Bari è nata da un articolo della “Gazzetta” in cui si raccontava, appunto, del fatto che 3M non consegnava le mascherine previste da un appalto dello scorso anno, e che contemporaneamente per quelle stesse mascherine la Asl di Bari riceveva offerte a prezzi sensibilmente più alti. Dopo la pubblicazione dell’articolo, la multinazionale ha riavviato la fornitura e ieri ha consegnato alla Asl altre 4.800 mascherine “ffp3”. La Aesse Hospital è la stessa società coinvolta nella “sanitopoli” scoppiata in Puglia tra 2007 e 2009: l’ipotesi - che poi non ha retto in Tribunale - era che manager e primari ospedalieri, nominati con l’intervento dell’assessore Tedesco, acquistassero poi forniture ospedaliere dalle aziende riconducibile alla sua famiglia.

LA SOCIETA' RESPINGE LE ACCUSE: NESSUN RAPPORTO CON 3M - Ma la società, tramite i suoi avvocati, respinge tutte le accuse. «La Aesse Hospital e il signor Elio Rubino respingono fermamente tutti gli addebiti ipotizzati, ribadendo vigorosamente ed a chiare lettere - specie nel momento che il Paese sta attraversando - la piena e chiara correttezza del proprio operato personale e professionale e di non aver mai commesso i fatti di reato a loro carico ipotizzati, impegnandosi comunque a fornire (come stanno già facendo) la massima collaborazione con l'autorità giudiziaria. Evidenziando, peraltro, che la società ad oggi non detiene giacenze di Dpi». «La Aesse Hospital - prosegue la nota - ha acquistato mascherine di protezione (di varia tipologia) al prezzo di mercato attualmente praticato dai vari produttori/fornitori (e quindi di gran lunga superiore alla somma indicata nell'articolo), applicando poi in vendita solo una legittima marginalità in piena linea con gli standard commerciali della società e quindi senza nessun lucro o manovra speculativi».  L'azienda, inoltre, «non ha mai intrattenuto rapporti commerciali con la multinazionale americana 3M in relazione a Dpi».

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