La protesta
Terlizzi, l'ospedale chiude ai ricoveri per acuti: destinato alla convalescenza dei malati da coronavirus
La struttura sarà destinata alla rete di assistenza COVID 19. Il pronto soccorso chiuso per precauzione: sostituito da un'ambulanza con medico
A Terlizzi è protesta contro la decisione della Regione di chiudere l'ospedale (da lunedì 16 marzo non ci al posto del pronto soccorso ci sarò una ambulanza medicalizzata) e convertirlo in una struttura di lungodegenza post acuzie per l'emergenza coronavirus. La decisione, comunicata qualche giorno fa dal Governatore Michele Emiliano, ha mandato su tutte le furie il sindaco di Terlizzi Ninni Gemmato. Ma la Regione è alle prese con il Piano che dovrà fronteggiare un picco di contagi stimato intorno alle 2mila unità, metà delle quali andrà ospedalizzato secondo le previsioni epidemiologiche.
Nelle prossime ore, infatti, saranno attivati gli ospedali Covid, strutture interamente dedicate alla cura di pazienti affetti da Coronavirus distribuite in alcune zone del territorio regionale: si tratta di plessi completamente staccati e indipendenti dal resto degli ospedali (come da esempio nel caso del Miulli di Acquaviva o di Asclepios al Policlinico) dove stanno collocati anche reparti di terapia intensiva.
Tuttavia, per evitare di ingessare per troppo tempo tali strutture per acuti, è stato necessario individuare plessi da destinare alla cosiddetta lungodegenza da destinare ai pazienti guariti ma ancora con il virus attivo, dunque, da tenere sotto sorveglianza e comunque in isolamento fino a completa neutralizzazione del virus.
Terlizzi, dunque, sarà uno di questi plessi: per questo è stato necessario chiudere i reparti e sospendere ogni tipo di ricovero per consentire l'attivazione di tale nuovo modulo sanitario. Una decisione che il sindaco non ha accettato di buon grado ed è per questo che oggi campeggiavano alcuni striscioni in città.
Nei giorni scorsi, il sindaco Gemmato aveva denunciato il fatto che nell'ospedale ci fossero due macchinari per la respirazione assistita per pazienti intubati che non sono stati più utilizzati dopo la chiusura dell’unità operativa di Pneumologia segnalando che «mentre la protezione civile è impegnata ad acquistare nuove e costose attrezzature di supporto alle terapie intensive, noi qui ce le abbiamo inutilmente parcheggiate (almeno fino a stamattina). In più, nella struttura ospedaliera ci sono a disposizione ben diciotto tra C-pap e B-pap, altri macchinari specifici per la ventilazione polmonare assistita».
«Nascondendosi dietro l’emergenza Coronavirus- ha detto Gemmato -, un farneticante Emiliano chiude le porte agli acuti e sostituisce il Pronto soccorso con un’ambulanza. È una follia senza senso che metterà in ginocchio l’intero sistema sanitario del Nord Barese visto che i posti letto per acuti cancellati qui non saranno attivati altrove: Molfetta, Terlizzi, Corato, Ruvo di Puglia, Giovinazzo e Bitonto, restano senza un reparto di Pneumologia».