La storia

Bari, due imprenditrici rigenerano i quartieri dal basso: la sfida è vivere di cultura

Antonella Fanizzi

La scommessa delle 31enni Roberta Introna e Chiara Colonna

BARI - La prima storia porta la data del 2 gennaio 2019 e racconta le origini dell'edificio conosciuto come la «scuola dei leoni», e cioè l'Istituto del «Sacro Costato» che si trova in corso Alcide De Gasperi. L'ultima, la 14esima, è stata pubblicata il 28 gennaio 2020 ed è incentrata sull'architettura del carcere. È un album tutto da sfogliare quello racchiuso nel primo archivio storico digitale dedicato al quartiere Carrassi, in fase di costruzione. Perché questa raccolta è unica e originale? Perché la narrazione degli immobili di pregio è in prima persona: a firmare i brani sono gli stessi residenti che hanno sposato l'idea di due giovani imprenditrici. Roberta Introna e Chiara Colonna hanno investito sogni, competenze e risorse nella cultura. Una scelta che, ai tempi della disoccupazione giovanile da record, potrebbe apparire azzardata, ma che invece è sostenuta da una serie di bandi pubblici ai quali le libere professioniste talentuose partecipano e vincono. Nasce proprio dal bando Pin-Pugliesi innovativi della Regione il progetto «Occ-Officine culturali quartiere Carrassi» proposto dall’associazione Fillide, di cui le 31enni, nate pure nello stesso giorno, sono le fondatrici.

«Ci siamo conosciute fra i banchi dell’università di Bari - dicono le due laureate in Storia dell’arte - e abbiamo condiviso un percorso che utilizza la creatività come strumento di trasformazione urbana». Roberta, che ha fatto un master a Roma in Management, risorse artistiche e culturali, e Chiara, che ha frequentato un master in Museografia, museologia e gestione dei beni culturali alla Cattolica di Milano, hanno l’ambizione di incidere nella città nella quale sono nate: «Abbiamo scelto di vivere e lavorare a Bari. E la Bari dei nostri giorni ci piace. Gli stimoli per il miglioramento sono tanti».

Si parte dalla rigenerazione urbana. Insieme ad altri gruppi e cooperative, con l’associazione Fillide le esperte in beni artistici hanno concorso ai bandi Urbis e Rigenerazioni creative. I progetti ruotano intorno al quartiere Carrassi dove prendono forma i laboratori partecipativi finalizzati a stimolare la riappropriazione dei luoghi della quotidianità. Da aprile, per esempio, partirà il trekking di quartiere, il lento attraversamento degli spazi e «l’occasione per dar voce a strade e palazzi, di accorgersi dei cambiamenti, di scoprire gli angoli nascosti, di chiacchierare con chi abita il quartiere». Molto di più, dunque, di un ciclo di visite guidate. «Rabdomanteia» è invece un servizio culturale in grado persino di generare occupazione. Spiegano Chiara e Roberta: «Allestiremo tre esposizioni di altrettanti artisti che stiamo selezionando. Le mostre saranno diffuse perché le opere grafiche occuperanno gli spazi dei pannelli pubblicitari e saranno comunque lavori collettivi, che la gente andrà a realizzare con gli artisti». Nei mesi scorsi Parco Gargasole si è trasformato in una galleria di arte contemporanea a cielo aperto. In via Sabotino si è svolto un laboratorio di murale su un soggetto di Raffaele Fiorella, l’artista originario di Barletta la cui pratica abbraccia diversi media fra installazione, video e scultura.

Roberta e Chiara credono fortemente nella partecipazione e nella condivisione in grado di sprigionare quelle energie positive di cui Bari è ricca e di cui Bari ha bisogno per crescere e migliorare: «Viaggiamo molto, senza sprechi, ma ogni volta torniamo a casa arricchite dal bello che ricerchiamo nelle capitali e nelle città di cui siamo ospiti. Vogliamo che lo spettatore si trasformi in protagonista dei percorsi di ripensamento del vivere urbano. La rigenerazione è efficace se parte dal basso. La ricerca, l’azione creativa e il confronto daranno vita ad una iniziativa di forte valore sociale, ad un’azione da catalogare come opera d’arte urbana».

Così se l’archivio digitale vuole preservare la memoria storica del territorio, gli attacchi d’arte vogliono accrescere l’orgoglio identitario dei residenti del quartiere. L’ingegno, il guizzo, il piacere di ritrovarsi, di scambiare esperienze completano l’opera. 

Privacy Policy Cookie Policy