Il congresso

Cappato a Bari: l'89% degli italiani è favorevole all'eutanasia

Michele De Feudis

Il leader dell'associazione «Coscioni» in Puglia fino a domenica

BARI - Marco Cappato, tesoriere e tra i leader dell’associazione Luca Coscioni, perché avete scelto il titolo “La fiera delle libertà” per il congresso nazionale che terrete a Bari fino a domenica?
«Bari è città di fiere e a volte siamo abituati a pensare che la fiera sia l’esposizione di ogni genere di prodotto possibile. Riteniamo sia il momento di proporre all’Italia ogni tipo di libertà, possibile nel quadro del diritto e della legge. Libertà dall’inizio alla fine della vita».

Quali saranno i temi forti?
«Partiremo dalle libertà civili come la legalizzazione dell’eutanasia e delle droghe, ciascuna nella sua modalità - la cannabis legale è diversa dalla somministrazione dell’eroina sotto controllo medico - a seconda della pericolosità della sostanza, con canali legali per distruggere il business mafioso, per arrivare all’applicazione in maniera piena della 194 sull’aborto e alla fecondazione assistita».

Poi ci sono argomenti che ci portano nel futuro…
«Dibatteremo della modificazione del genoma umano e dell’intelligenza artificiale. Sembrano cose astruse, ma gli scienziati hanno già iniziato a modificare il genoma umano».

In Italia, a difesa della salute dei consumatori, c’è ancora il divieto degli Ogm in agricoltura.
«Per noi deve essere una priorità consentire la sperimentazione sul genoma, vogliamo libertà di ricerca e investimenti in Italia, in modo che le cure siano a disposizione di tutti, non solo di chi può permettersele. Siamo per la modificazione genetica vegetale: con la Puglia a rischio desertificazione per l’innalzamento delle temperature globali, possiamo modificare le piante per renderle produttive con meno necessità di acqua. Si tratta di un passaggio decisivo per il futuro della vostra terra, ma questa ricerca è vietata in Italia».

Tra gli invitati ci saranno accademici e esponenti del governo. Con che obiettivo?
«Bisogna ricongiungere la politica e la scienza, colmandone il divario. Il dibattito troppo spesso prescinde dai dati di fatto. Mettiamo il metodo scientifico al servizio della democrazia, perché le decisioni pubbliche siano fondate sui fatti e non su spartizioni o ideologie. La questione riguarda i campi più disparati, come il futuro dell’ex Ilva, gli ulivi pugliesi o l’ecologia…».

Tornando al fine vita, a che punto è la sua vicenda processuale?
«Ho due processi aperti: uno per la morte dj Fabo e uno insieme a Mina Welby per la morte di Davide Trentini. Vanno avanti e i giudici dovranno stabilire se potranno essere fatti rientrare nelle condizioni stabilite dalla Corte costituzionale nella sua sentenza».

La vita per lei è un bene disponibile?
«Penso che ciascuno abbia il diritto di scegliere per se stesso: nelle modalità del vivere, del curarsi e anche del morire».

In parlamento si discute la proposta di legge Pagano. Cosa si aspetta dalle Camere?
«Non dovrei essere ottimista, ma la fiducia viene dai sondaggi che registrano come gli italiani siano all’89% (per l’Swg) favorevoli all’eutanasia. I partiti non potranno ignorare una maggioranza così consistente pro eutanasia nella società italiana».

Quanta eredità di Marco Pannella c’è nelle sue recenti battaglie con l’associazione Luca Coscioni?
«C’è il metodo: la non violenza, la disobbedienza civile e l’attivazione degli strumenti dell’iniziativa popolare sono pratiche che ho imparato in 25 anni al fianco di Pannella».

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