Il villaggio fantasma

Mola, lo scandalo delle ville abusive su suolo comunale: mai eseguita la demolizione

Antonio Galizia

La scoperta dopo la denuncia di un consigliere M55, il sindaco conferma dopo verifica degli uffici: ordine di demolizione mai eseguito

MOLA DI BARI - Il cartello riporta l’avviso perentorio: «I residenti di questo villaggio sono pregati di chiudere il cancello. Persone estranee potrebbero entrare e rubare tutto». I veri autori del «furto», davvero clamoroso se confermato, sarebbero però proprio coloro che quel cartello hanno affisso.

È incredibile quanto emerso nella prima seduta post-ferragostana del consiglio comunale quando, a seguito della interrogazione del consigliere Michele Daniele (M5S) è venuta fuori una storia sconcertante. Il fattaccio è localizzato a Mola nord, sulla litoranea per Torre a Mare, nella zona nota come «ex Tiro al piattello». Qui, in un suolo di proprietà comunale, alcuni privati hanno realizzato una dozzina di ville a mare che sarebbero ville-fantasma, sconosciute al fisco e allo stesso ente comunale, ma regolarmente allacciate all’Enel. Il caso è venuto alla luce grazie ad una ricerca dell’ingegner Daniele: «Dall’esame degli allegati all’ultimo bilancio di previsione – ha spiegato – ho notato la presenza di quest’area nella lista del patrimonio comunale».

Le successive verifiche svolte, sia con l’ausilio di «Google map» sia dell’Agenzia del Territorio e dell’Agenzia delle entrate, è emerso che in quell’area comunale, all’insaputa dell’ente proprietario, privati cittadini hanno costruito delle ville residenziali a due passi dal mare. Si tratterebbe quindi di vere e proprie case-fantasma che non risulterebbero ufficialmente esistenti e che solo le sofisticate apparecchiature aereo-fotogrammetriche in dotazione a Google e all’Agenzia del territorio hanno portato alla luce.

La segnalazione di Daniele è stata subito raccolta dalle autorità comunali e nei giorni scorsi, come riferito in consiglio comunale, il comandante della Polizia locale maggiore Vito Tanzi ha fatto eseguire una ispezione. Dal sopralluogo è emerso che il terreno comunale era occupato da ville residenziali regolarmente abitate, per questo il comandante ha proceduto con l’identificazione delle persone cui eventualmente contestare l’occupazione abusiva dei luoghi e la costruzione dei manufatti a quanto pare mai concessi con autorizzazione edilizia.

«Una vicenda sconcertante», sottolinea Daniele, che ha chiesto anche verifiche all’Ufficio Tributi per capire se questi cittadini siano conosciuti al fisco.

«Non lo sono» ha detto il sindaco Giuseppe Colonna, citando la nota del Capo ufficio tributi, Giuseppe Colella, che ha certificato il mancato pagamento dell’Imu (Imposta municipale unica), della vecchia Ici (Imposta comunale sugli immobili), della Tari (tassa rifiuti) e della vecchia Tarsu e Tares oltre agli oneri di urbanizzazione da parte dei proprietari delle ville-fantasma.

Sulla incresciosa vicenda, che getta ombre pesanti sulla gestione del territorio (un caso analogo, di ville a mare confiscate e destinatarie di sentenze di demolizione non ancora eseguite, è presente ad un chilometro di distanza, in via La Malfa, sempre sul litorale), il sindaco ha chiesto una dettagliata relazione al responsabile dell’Ufficio urbanistico ingegner Vito Berardi, che così ha ricostruito la vicenda: nel 1992 l’area, nella quale sorse una lottizzazione abusiva, fu acquisita al patrimonio comunale, i privati impugnarono l’ordinanza dapprima davanti al Tar (Tribunale amministrativo regionale) che sentenziò in favore del Comune e successivamente davanti al Consiglio di Stato che confermò la sentenza in primo grado. Dopo le sentenze fu ordinato l’abbattimento delle ville, che in realtà non è stato mai eseguito e probabilmente è decaduto per prescrizione (intanto, il suolo continua ad essere considerato nel patrimonio comunale).

Per anni, la vicenda è caduta nell’oblio e solo ora, con l’interrogazione dei Cinquestelle, è venuta clamorosamente alla luce. Il sindaco Colonna, eletto appena un anno fa, ha comunicato all’assemblea che è «in attesa di una relazione completa» da sottoporre alla valutazione dei legali del Comune e del Prefetto, per l’eventuale abbattimento.

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