BARI - «Le due manifestazioni della sinistra a Bari a distanza di poche centinaia di metri? Mi sconcertano. In ogni caso andrei a quella del Pd di Nicola Zingaretti»: Franco Giordano, già segretario nazionale di Rifondazione comunista, fotografa così il disorientamento nel mondo progressista della città per le le due riunioni per le Europee in programma oggi (il Pd sarà all’AncheCinema, La Sinistra con Nichi Vendola al Galleria). L’ex parlamentare barese spiega la sua scelta richiamando la sua formazione nel Pci: «Viviamo una fase complessa da un punto di vista della tenuta democratica del Paese. Da piccolo mi hanno insegnato che di fronte a rischio di involuzione della democrazia, e davanti all’avanzata di una cultura xenofoba e razzista, forse tenere un livello unitario sarebbe stato più utile». E aggiunge: «Rispetto tutte le scelte, ma non ho condiviso la scelta de La sinistra, a cui auguro di superare il 4%. Sono per tentare una strada unitaria. Non sono del Pd, il renzismo ha segnato una interminabile stagione di rancori, ma ora c’è una nuova stagione». Poi spazio all’amarcord: «Io e Nichi Vendola negli anni ottanta abitavamo insieme quando eravamo nella segretaria nazionale della Fgci. Lui era responsabile culturale, io del lavoro. Nicola Zingaretti era il segretario della Fgci di Roma, Nicola è tendenzialmente unitario, non divisivo. Sa ricomporre. Certo, avrei preferito maggiore determinazione o forza a sinistra. Che fare? Bisognerebbe costruire una realtà interna ed esterna al Pd in grado di spostare a sinistra questa area».
«Checco Zalone ci ha proposto una imitazione spassosa di Vendola. Basterebbe poco pertrasfigurarla in quella di Zingaretti. Entrambi hanno una parlata polpettosa…»: Peppino Caldarola, scrittore e già direttore de l’Unità ci scherza su, ma considera negativamente le due riunioni baresi.
«Veniamo tutti dal Pci. Conosco benissimo Vendola, meno Zingaretti. La contemporaneità degli eventi a Bari fa pensare a mondi separati che non vogliono trovare un punto di collegamento. Eppure entrambi hanno vissuto o vivono una esperienza da governatori di regione».
Torna così plastica l’immagine delle sinistre divise e litigiose? «Questa di Bari è la fotografia della disgregazione della sinistra. Non si trova un idem sentire, una solidarietà… Un vecchio signore come il sottoscritto, che ha passato tutta la vita a sinistra, di fronte a queste dispute ha due sentimenti». Eccoli: «Da un lato la voglia di dire “non c’è niente da fare”. Dall’altro alto mi piacerebbe essere di quelli che spingono verso la pace…». Nemmeno l’applicazione dello schema Berlusconi-Salvini del nuovo «uomo nero» sembra funzionare per smussare gli angoli delle dissonanze: «Fascismo 2.0? Sono contrario alle etichette. Su Salvini ho un giudizio severo. È un arruffapopolo del Nord. Con la paura divide, mentre a me piacciono quelli come Tatarella che avevano la vocazione per l’armonia». La conclusione di Caldarola: «Salvini? Va marcato a uomo. Bisogna andare dove la Lega prende voti, e sottrarre i consensi all’avversario convincendo gli elettori…».