Il festival del cinema

Bif&st numeri da record con 76mila spettatori, Laudadio: per 2020? Magari Benigni

Redazione online

Più che positivo il bilancio della kermesse cinematografica: 418 ospiti in 8 giorni

BARI -  «Di tutti i grandi che sono venuti manca Benigni e prima o poi l’avremo». Lo ha detto il direttore artistico del Bif&st, Felice Laudadio, durante la conferenza stampa di chiusura del Bari International Film Festival in cui è stato fatto un bilancio dell’edizione che si conclude questa sera, con qualche anticipazione della edizione 2020, in programma dal 21 al 28 marzo. La retrospettiva del prossimo anno sarà dedicata a Mario Monicelli, ma «l'unico che manca nella grande galleria dei personaggi importanti» venuti a Bari per il Bif&st «è Roberto Benigni. Sta girando in Puglia proprio in questi giorni il film Pinocchio di Matteo Garrone dove interpreta il ruolo di Geppetto, - ha detto Laudadio - quindi non può essere qui perché è sul set».

Nelle otto giornate del Festival si sono susseguiti 303 eventi, dei quali 200 proiezioni e sono venuti a Bari 418 ospiti, tra i quali 56 registi e 53 attori. Dal 2019 «è cresciuto il numero spettatori, che sono arrivati a 76mila. Mai avremmo immaginato - ha aggiunto Laudadio - che migliaia di ragazzi si mettessero in coda per ore per vedere classici del cinema. Questo, come diceva Ettore Scola, non è solo un festival per giovani ma dei giovani». Anche i social hanno fatto numeri record: 600mila utenti e110 mila interazioni.

«La Puglia, grazie agli investimenti sulla industria cinematografica, - ha detto la presidente di Apulia Film Commission, Simonetta Dellomonaco - è sempre più una regione europea». Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha assicurato che il prossimo anno il Bif&st avrà come location anche il restaurato teatro Piccinni, che si aggiungerà agli altri teatri della città che già lo ospitano, il Petruzzelli e il Margherita. Il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha preso spunto dall’anteprima mondiale proiettata ieri sera, «Il grande spirito» di Sergio Rubini, per dire che «anche grazie al cinema la Puglia e Taranto non sono più sole nelle grandi battaglie». "Vedere sullo sfondo di questo film uno dei drammi della mia vita che è la fabbrica di Taranto - ha detto Emiliano - mi dà il senso che la Puglia non è sola nelle sue battaglie, che i tarantini non sono soli».

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