BARI - Rubavano auto e moto chiedendo in cambio somme ingenti, per restituirle, senza poi riconsegnare il maltolto ai legittimi proprietari: una tecnica, quella del 'cavallo di ritorno', che sarebbe stata adoperata da tre persone, un 50enne, suo figlio di 25 anni e un altro ragazzo residenti nella provincia di Bari, arrestati dai Carabinieri a Cassano e Turi. Eseguita un'ordinanza emessa dal gip barese Francesco Pellecchia su richiesta del pm della Procura Giuseppe Dentamaro. I reati contestati sarebbero stati commessi tra ottobre e novembre del 2017: a Casamassima, il proprietario di un veicolo aveva ricevuto la chiesta di 6500 euro per vedere restituita la propria auto. In quell'occasione la vittima ne aveva sborsati 1200 senza ricevere la vettura. Nel secondo caso, invece, sempre nella cittadina barese, un motociclista aveva sborsato 800 euro per riavere il proprio bolide di grossa cilindrata, anch'esso non riconsegnato. Nel corso delle indagini i militari hanno denunciato il proprietario del motociclo per favoreggiamento personale: dopo aver pagato l'importo richiesto, ascoltato dai Carabinieri, avrebbe fornito dichiarazioni mendaci che avrebbero agevolato i tre arrestati.
Furti con il metodo del «cavallo di ritorno» nel Barese: in tre in manette

La banda composta da padre e figlio e da un altro giovane minacciava le vittime chiedendo loro di paga 6500 euro per riavere indietro l'auto rubata
Sabato 27 Ottobre 2018, 12:19