Il Comune di Bari concederà una proroga di 120 giorni del termine per lo sgombero del Palagiustizia di via Nazariantz, dichiarato inagibile per rischio crollo. Al termine di una riunione con i tecnici comunali e i capi degli uffici giudiziari, il sindaco Antonio Decaro ha deciso di concedere altri quattro mesi per il trasloco, anche se il provvedimento non è stato ancora materialmente notificato.
«Non è possibile trasferire altre cento persone in via Brigata Regina, non ci sono fisicamente gli spazi. La situazione del nuovo Tribunale e l’esito della ricerca di mercato sono ancora in alto mare, - spiega il sindaco Decaro - per questo diamo la possibilità di ulteriori 120 giorni con misure cautelative molto restrittive».
«Possiamo concedere la proroga - continua - perché c'è una perizia che ci dice che si è ridotto il rischio ma quel rischio va ridotto ulteriormente, quindi inibiamo l’utilizzo dell’ala A del Palazzo di giustizia e non potranno entrare visitatori ma solo le persone che sono autorizzate. Aumenteranno i dispositivi di monitoraggio elettronico - conclude il primo cittadino - e ci sarà una visita ispettiva ogni 48 ore. Questo limiterà l'attività dei magistrati che però potranno lavorare».
IL COMMENTO DI DECARO - «In questo Paese ci sono persone che dicono che bisogna passare dalle parole ai fatti, e poi purtroppo restano alle parole, i fatti li devono fare gli altri». È polemico il sindaco di Bari, Antonio Decaro, quando commenta la vicenda del Palagiustizia e la proroga di 120 giorni che ha concesso per lo sgombero dell’immobile di via Nazariantz perché il Ministero non ha ancora individuato una nuova sede per trasferire gli uffici penali. A proposito del Ministero della Giustizia, il sindaco dice di non sapere «che fine abbia fatto».
«Sono scoraggiato, - dice Decaro - mi aspetto che all’interno di una collaborazione istituzionale, si trovino le condizioni per permettere alla giustizia di continuare a fare la propria attività. C'è un appello da parte di tutti i magistrati che combattono contro 16 clan criminali. Pare che l’unico ad accogliere questo appello sia stato il sindaco, che non ne ha nessuna competenza, la funzione giudiziaria non è mia, non sono il proprietario dell’immobile e, come accade in tutte le città di questo Paese, un sindaco con i suoi tecnici si preoccupa dell’agibilità di una struttura. La proroga per lo sgombero possono chiederla il proprietario (l'Inail, ndr) o il locatario (il Ministero della Giustizia, ndr). Qui sia il proprietario che il locatario non si sono fatti sentire fino all’ultimo giorno. Per fortuna ieri, dopo il mio ultimatum, è arrivata una richiesta da parte dell’Inail. Il locatario non sappiamo che fine abbia fatto».
«Io mi sono assunto una responsabilità che non era mia - continua il sindaco - ed ero pronto ieri ad assumermi anche una competenza che non era mia, quella di chiedere una proroga. Siccome faccio il sindaco di questa città, non posso permettere che nella comunità barese sparisca la giustizia penale. Spero che nel più breve tempo possibile il Ministero individui una soluzione alternativa per il nuovo Palagiustizia penale perché così non è più possibile andare avanti».
IL MINISTRO. IL SINDACO E' UN IRRESPONSABILE - «Il sindaco di Bari è stato un irresponsabile ad adottare una proroga allo sgombero di un edificio a rischio senza chiarire se lo considera nuovamente agibile o meno. E’ finito il tempo di chi adotta gli atti disinteressandosi delle persone, salvo poi presentarsi ai funerali o in ospedale quando accadono le tragedie. Sono veramente stufo di chi agisce solo per buttarla in caciara politica». Così il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in seguito alla decisione adottata dal sindaco di Bari di concedere una proroga allo sgombero dell’ex Palagiustizia.
«Siamo perfettamente consci delle difficoltà, ma magistrati e assistenti giudiziari che ancora sono nell’immobile di via Nazariantz a Bari - sottolinea il ministro - non devono stare un minuto oltre quanto stabilito dalla Conferenza dei servizi dello scorso 30 luglio, alle cui decisioni il Ministero si sta attenendo».
«Per noi la sicurezza viene prima di tutto e il nostro scopo - aggiunge il ministro Bonafede - è tutelare lavoratori e lavoratrici che ancora operano in un immobile che due diverse perizie sostengono essere a rischio crollo senza alcun segnale di preavviso.
Sono venuto a Bari, ho trovato una situazione intollerabile in cui la giustizia - evidenzia il ministro - veniva amministrata nelle tende. Col Governo abbiamo adottato un provvedimento per eliminare questa situazione indecente. Abbiamo profuso il massimo sforzo e, in questa settimana, alla fine degli accertamenti, adotteremo la soluzione-ponte, mentre i due edifici di via Brigata Regina e Modugno rappresentano una via assolutamente provvisoria».
«I tecnici del Ministero sono stati a Bari nelle scorse settimane - aggiunge il Guardasigilli -. In queste ore in città ci sono anche vertici dell’amministrazione giudiziaria che seguono passo passo la situazione da vicino. La scorsa settimana ho chiamato direttamente il sindaco di Bari per manifestargli la mia preoccupazione sulla sicurezza dei cittadini. Stiamo facendo di tutto, andando anche oltre le nostre competenze. Non si fa politica sulla sicurezza della persone - conclude il Ministro - continueremo a seguire la tabella di marcia così come stabilita dalla Conferenza dei servizi, nostro unico interlocutore. Il Ministero continua a lavorare, le chiacchiere le lasciamo ai politicanti».
LA CONTRO REPLICA: METTA IN STRADA I MAGISTRATI - «In attesa dei fatti, il ministro continua a regalarci parole. L’ultima è 'irresponsabilè, indirizzata al sottoscritto. Una parola tecnicamente sbagliata, visto che qui l’unico che si sta prendendo responsabilità, anche al di fuori delle proprie competenze, sono io. E lo sto facendo perché sono abituato a risolvere i problemi, non a fare campagna elettorale permanente. Sì perché siamo in attesa che finalmente il ministro si prenda le sue responsabilità e indichi un luogo idoneo a ospitare la giustizia penale». Così il sindaco di Bari, Antonio Decaro, replica alle dichiarazioni del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che lo ha definito un irresponsabile per aver concesso la propria dei termini per lo sgombero del Palagiustizia di via Nazariantz dichiarato inagibile.
«La competenza sulla collocazione del personale della giustizia è del Ministero, che è titolare della funzione dell’edilizia giudiziaria. Se il ministro ritiene che non vi siano le condizioni di sicurezza, - dice Decaro - domani può mettere per strada i magistrati che lavorano nel tribunale di via Nazariantz, perché ho capito che la strada l’unico posto dove possono andare. E se ritiene che non vi siano le condizioni di sicurezza, l’irresponsabile è lui che li ha tenuti fino a stasera in quel palazzo».
SISTO: «COPPIA DECARO-BONAFEDE INAFFIDABILE» - «L'uno, Bonafede, per dimostrare la propria incapacità e inaffidabilità ci ha messo pochi minuti; l'altro, Decaro, invece, per ottenere identici risultati ha avuto bisogno di più tempo: la magnifica coppia Bonafede-Decaro ha ucciso e uccide l’immagine di una grande città come Bari, riservandole la compassione e lo scherno di tutti ma soprattutto le lacrime dei suoi cittadini». Lo afferma Francesco Paolo Sisto, deputato di Forza Italia e coordinatore azzurro di Bari Città Metropolitana.
«Con la benedizione eretica di Emiliano - prosegue - Decaro ha dato la stura allo scempio, ne ha poi rafforzato gli effetti, consentendo a Bonafede il gran finale, ispirato alla «Stangata" di Roy Hill. Tuttavia, Bonafede e Decaro, che pure hanno raggirato i baresi e la Giustizia, sono lontani anni luce dalla recitazione di Redford e Newman. Purtroppo sono, in tutto e per tutto, veri».