L'emergenza
L'esposto dei vivaisti contro le fake news su xylella: «Chi inventa complotti ci danneggia»
L'appello del presidente dell'Anve, Capitanio: «Vogliamo tutelare un settore che impiega 32mila persone. Così perdiamo di credibilità anche all'estero»
BARI - La diffusione di notizie false sulle cause della Xylella e sulla pericolosità dei trattamenti con fitofarmaci potrebbe contribuire alla diffusione del batterio, di per sé un reato specifico previsto dal codice penale. Per questo motivo, ieri, l’associazione nazionale dei vivaisti esportatori ha presentato un esposto alla Procura di Bari: chiede di fermare chi diffonde «fake news» sull’epidemia degli ulivi, e in questo modo starebbe bloccando o comunque rallentando l’esecuzione delle misure di contenimento. L’esposto dell’Anve, che fa capo a un imprenditore di Monopoli, Leonardo Capitanio (assistito dall’avvocato Mario Colaleo), segue quello già presentato a Bari, Brindisi, Lecce e Taranto dal Consorzio nazionale degli olivicoltori e soprattutto la mozione con cui, mercoledì, il Consiglio regionale ha chiesto di accertare l’esistenza dei presupposti per un eventuale esposto nei confronti del comico Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, che sul proprio blog personale aveva ospitato un articolo di una sedicente giornalista tedesca, Petra Reski (si veda anche accanto) in cui venivano rilanciate le solite teorie complottistiche a proposito dell’origine della Xylella.
Nel mirino dell’Anve finisce la «campagna mediatica e comportamentale ad amplissima diffusione» basata su «dati spacciati per scientifici pur trattandosi di posizioni non riconosciute dal mondo scientifico e giuridico nazionale e internazionale, che si tende a legittimare instillando il germe del complotto economico che tocca la “pancia” della gente» con cui si starebbe «istigando ad opporsi, in massa, all’applicazione delle misure di legge urgenti ed obbligatorie». L’associazione stigmatizza poi l’utilizzo, anche da parte dei Comuni, «di eccezioni di natura formale e giuridica ai decreti ministeriali che, pur per il tramite di una via apparentemente legittima sul piano giuridico, nei fatti continua[no] a ritardare ogni intervento concreto» di contenimento dell’infezione. Nel mirino anche la manifestazione del 25 maggio scorso, quando a Bari si riunirono in corteo vari movimenti contrari all’utilizzo dei fitofarmaci sempre con l’obiettivo di bloccare le eradicazioni delle piante infette e i trattamenti chiesti dalla Ue e resi obbligatori dal decreto Martina.
Il sistema del vivaismo pugliese occupa 32mila persone per un giro d’affari pari a 2 miliardi di euro. La crisi della Xylella sta comportando gravi ripercussioni sul comparto, dal punto di vista formale ma anche sostanziale: i divieti imposti nelle aree delimitate da Bruxelles vietano o rendono impossibile la movimentazione delle piante, distruggendo così moltissime attività economiche. E l’avanzata del batterio non fa che aggravare la situazione. «La nostra esigenza - ha spiegato Capitanio - è di tutelare l’intero settore vivaistico, cercando di far sì che ogni decisione impatti il meno possibile sulle aziende locali, perché anche chi coltiva e opera (ancora) fuori dall’area interessata dal fenomeno della Xylella fastidiosa rischia ripercussioni, anche in termini di credibilità, sul mercato estero, che è vitale per il nostro settore».