Martedì 30 Dicembre 2025 | 21:32

Bari calcio, la nota del club dopo le minacce social a Castrovilli: «No al terrorismo emotivo»

Bari calcio, la nota del club dopo le minacce social a Castrovilli: «No al terrorismo emotivo»

 
Redazione online

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Bari calcio, la nota del club dopo le minacce social a Castrovilli: «No al terrorismo emotivo»

«Abbiamo voluto prenderci del tempo. Non per nasconderci e nemmeno per ignorare l’accaduto - è scritto nel comunicato - ma per pensare, per valutare»

Martedì 30 Dicembre 2025, 19:16

«Chi ama non usa linguaggio violento, o il terrorismo emotivo": il Bari, con una nota ufficiale, ha preso posizione per stigmatizzare le minacce social denunciate dalla moglie del calciatore Gaetano Castrovilli.

«Abbiamo voluto prenderci del tempo. Non per nasconderci e nemmeno per ignorare l’accaduto - è scritto nel comunicato - ma per pensare, per valutare», abbiamo «provato a capire. Abbiamo tentato di immedesimarci nel malessere, nella frustrazione per i risultati che non arrivano, nella delusione che il calcio - passione viscerale - può generare. Abbiamo cercato una logica, un appiglio che potesse spiegare tanta ferocia. Ma non ci siamo riusciti». «E non ci siamo riusciti semplicemente perché non esiste una ragione valida. Non c'è 'mà che tenga, non c'è giustificazione sportiva, che possa rendere comprensibile l'augurare un cancro a un ragazzo, a sua moglie, ai suoi figli. Augurare il male, la sofferenza, il dolore».

«Viviamo - prosegue il testo del Bari - in un tempo «urlato», un periodo storico difficile, dove la rabbia sembra essere l'unico linguaggio concesso. E il calcio, purtroppo, è diventato la valvola di sfogo perfetta, il teatro dove la violenza verbale si traveste da passione». «C'è un confine netto che è stato superato - è detto ancora - La contestazione è un diritto. Ma augurare la morte, la malattia, la sofferenza a una famiglia... questo non è tifo. Questo è terrorismo emotivo». "Scrivere certe atrocità non è un atto di libertà: è la negazione stessa dell’umanità. Siamo vicini a Gaetano (Castrovilli, ndr), a sua moglie, a suo figlio. E così a tutti i nostri ragazzi e a tutti quelli che, ogni giorno, si trovano a dover combattere contro un odio invisibile e tagliente».
L’appello finale: «Chiediamo a chiunque creda ancora che il calcio debba unire e non disumanizzare, di lavorare ogni giorno insieme a ognuno di noi per isolare e limitare chi pensa che una passione possa essere l’alibi per offendere e ledere la dignità altrui».

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