Il commento
Ballando con le stelle e sognando lo stellone
A due mesi dell’inizio della pandemia uccide ancora 300 persone al giorno, non sarebbe più serio farlo da casa l’esame, come le sedute di laurea?
Ok, ci siamo, 4 maggio: fine del lockdown, si riapre, si ritorna alla vita. Ma bisogna andare per gradi, perché se aprissimo tutto, potremmo aver bisogno di 150mila terapie intensive. Allora, con le idee chiare e tutti d’accordo si parte dalle cose assolutamente indifferibili, e da due in particolare.
Le mascherine. Da 10 centesimi o poco più di un euro che costavano, a seconda del tipo, siamo arrivati a pagarle 20 euro, come la Regione Puglia, a volte anche 40. Però c’è stata gente che non ha esitato ad esporsi. Irene Pivetti, ve la ricordate?
Sì, quella di ‘Ballando con le stelle’, ma prima, dal 1994 al 1996 era stata presidente della Camera. La signora Pivetti è amministratrice unica di Only Logistics, un’azienda con un capitale sociale di 50.000 euro che nel 2018 ha chiuso il bilancio con un fatturato di 72.000 euro e un utile di 2.300; ma in piena pandemia, pur di procurare le mascherine agli italiani non ha esitato a firmare con la Protezione civile due contratti per la fornitura di 15 milioni di chirurgiche e ffp2 per circa 30 milioni di euro. In tempi normali ci sarebbe voluta una gara pubblica per assegnare la commessa, ma siccome c’era assoluta urgenza di quelle mascherine, si è fatta un’eccezione.
Ma a fronte di tanta generosità, in dogana le mascherine, che vengono dalla Cina, sono state sequestrate dai finanzieri di Savona perché sono senza la certificazione di conformità CE. E meno male che, data l’eccezionalità della situazione, l’accordo di importazione prevedeva che una piccola parte potesse essere venduta dalla Only Logistics a farmacie e istituti privati. Della signora Pivetti la Protezione Civile si è fidata, perché vi pare possibile che una ex Presidente della Camera, e leghista poi!, faccia qualcosa che non sia nell’esclusivo interesse del Paese? Ma per la carita! Però adesso le procura di Roma, Savona e Siracusa hanno messo sotto inchiesta la Only Logistics per frode in commercio e per violazione degli standard di sicurezza. E la signora Pivetti è iscritta nel registro degli indagati a Savona e Siracusa.
Il problema delle mascherine lo ha risolto (diciamo) il Commissario Arcuri, almeno di quelle chirurgiche: saranno vendute a un prezzo calmierato di 50 centesimi. La cifra però ha suscitato le proteste di Confcommercio perché i supermercati finora le hanno vendute praticamente al prezzo di costo e quindi vorrebbero arrivare almeno a 60 centesimi. D’accordo invece Federfarma e Ordine dei farmacisti, che otterranno un “ristoro” per le mascherine che hanno comprato a prezzi più alti, e lo stesso “ristoro” (non è una parola bellissima?) lo riconosceranno a noi che le abbiamo comprate da loro anche a 2,20 euro.
Avete conservato lo scontrino? Bene. Intanto vi interesserà sapere che il Politecnico di Torino ha detto che otto mascherine su dieci non servono, non sono neanche idonee a proseguire nei test. Cosa possiamo dire? Che Dio ce la mandi buona.
Certo, il virus può entrare anche nelle aule scolastiche; ma distanziando opportunamente i banchi e esaminando cinque candidati al giorno, si può essere ragionevolmente sicuri. E permettere di vivere questo momento unico che resterà per sempre scolpito nella memoria dei nostri ragazzi. I quali nelle settimane addietro l’hanno chiesto espressamente: non privateci della notte prima degli esami, ci hanno anche fatto un film proprio con questo titolo, lasciateci abbracciare per un’ultima volta i nostri compagni (i maschi: le compagne) con cui abbiamo condiviso l’età magica dell’adolescenza. E allora il presidente Conte ha detto: va bene, gli esami si faranno in persona, non in teleconferenza come stanno facendo per le sedute di lauree, che non sono la stessa cosa, eh. E la ministra Azzolina: “L’esame sarà serio, ma terrà conto della difficoltà della situazione. Gli studenti saranno valutati da chi ne conosce il percorso scolastico.” Quindi niente scritti e commissione tutta di interni, che i ragazzi li conoscono, più il presidente, che certo darà il suo apporto, ci mancherebbe.
Allora, chissà perché, a qualcuno viene in mente di andare a guardare le percentuali di promozioni alla maturità dell’anno scorso. Ragazze: 99,7%; ragazzi: 99,6%. E sorge un pensiero che non si riesce a reprimere: tenendo conto della difficoltà della situazione, cioè il coronavirus che a due mesi dell’inizio della pandemia uccide ancora 300 persone al giorno, non sarebbe più serio farlo da casa l’esame, come le sedute di laurea? E una pandemia non sarebbe un momento sufficientemente unico nella vita e nei ricordi dei ragazzi? Allora, cosa possiamo dire? Che Dio ce la mandi buona. Se non altro in considerazione delle parole del Suo Vicario Francesco: “Preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni.”