La riflessione

Tele-riecco di Raffaella: un fenomeno senza età

Enrica Simonetti

La frangia bionda del caschetto è sempre la stessa. Poggia su qualche ruga in più e si spalma su quello strato di fondotinta e su quel volto che da decenni sono il centro di gravità della Televisione

La frangia bionda del caschetto è sempre la stessa. Poggia su qualche ruga in più e si spalma su quello strato di fondotinta e su quel volto che da decenni sono il centro di gravità della Televisione. Carrà, che novità... Anche la rima racconta che c’è ancora lei, sempre lei. È sempre antipatico spiattellare l’età di una donna, unità di misura che sembra un luogo metafisico attorno al quale serpeggiano immancabili bugie (Barbara Alberti è l’unica ad averlo ammesso: «Io non ho mai la stessa età per più di mezz’ora»). Ma, dicevamo, l’età segreta: quella della Raffa nazionale va detta eccome, perché ha 75 anni, con tanta voglia di sgambettare, se non proprio di ballare, dopo milioni di ore di trasmissioni condotte in tutte le ere Rai possibili, dalle tende che aprivano quel sipario emozionante di Canzonissima al Milleluci con Mina. Sempre in abito lungo, sempre pomposa, perfetta, Fantastica.

Ebbene, non è finita. Da giovedì (e non è un pesce d’aprile) la sempreverde-semprebionda Carrà torna sulla terza rete Rai (ore 21,20, tutti pronti a guardare un secondo la Tv e a commentare per 96 ore su Facebbook!). Il programma, che porta il fortunato titolo A raccontare comincia tu sarà proprio un racconto di incontri con grandi protagonisti del nostro tempo. La Raffaellona prende a bordo in auto (ovviamente guida lei, parla lei, ride lei, frena lei) personaggi come Fiorello, Sophia Loren, il giocatore della Juventus Leonardo Bonucci, il maestro Riccardo Muti, il regista Paolo Sorrentino e Maria De Filippi, quest’ultima forse reincarnazione raffaellitica - nel senso di Raffaella Carrà, ovviamente - di ciò che la Tv è diventata dopo le gloriose serate da Radiocorriere.

Il raffronto, antipatico quanto lo svelare l’età delle donne, viene spontaneo e... si cerca in ogni modo di non fare facili recriminazioni d’antan, mettendo a confronto quei «mostri» di un tempo, da Corrado a Mina, con i «mostri» dei nostri tempi (e chi rischia di offendersi, ricordi pure che monstre in francese è un complimento!).
Insomma, i tempi cambiano ma non troppo in casa Rai. Far l’amore da Trieste in giù è sempre bello, ma non per i Leghisti e quindi A far l’amore comincia tu, incomprensibile motivetto che però la dice lunga sul decisionismo sentimental-sessuale della soldatessa Raffaella, la quale per queste nuove puntate non si smentisce: perfetta come sempre, professionista come sempre, in giacca abbottonata come sempre. Una donna, una virago, una musa eterna per una Televisione che lotta tra passato e futuro, scavando nelle sue stesse radici e trovando linfa per la sua auspicata e ricercata eternità.

Raffaella e Boncompagni, Raffaella e Sergio Japino, Raffaella con la cornetta del telefono antidiluviano per Pronto Raffaella?, nell’anno televisivus 1983. Sempre padrona di casa, sempre soubrette capace di sfoderare un ballo, di incassare cachet meritati (solo Craxi - che di soldi s’intendeva - protestò una volta contro i suoi incassi milionari). Eccoci, rassicurati dall’immortale presenza del caschetto biondo, da quel trucco nero-pece sotto le sopracciglia ad arco, da quel sorriso che non finisce mai. Un tempo Raffa era la regina dello show, ora l’hanno mandata in giro a fare interviste «scomode» (Benigni le ha pure detto «no grazie»). Una reincarnazione leggermente depauperata, quella della star Raffaella. Segno del tempo che passa per lei o dei tempi maschilisti e individualisti che viviamo noi tutti? Raffa, a rifare la Tv comincia tu. 

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