Il punto
Guardare oltre il 2019 è la vera sfida di Matera
«Una straordinaria opportunità, che non può non essere assistita da un grande sforzo sinergico di tutte le istituzioni e delle componenti più importanti del sistema paese, perché si realizzi il risultato migliore possibile»
Il settantacinquesimo anniversario del 21 settembre 1943 viene a cadere proprio alla vigilia dell’anno che vedrà la Città di Matera Capitale europea della cultura. Tra i due eventi, in realtà, ci sono più punti di contatto di quanto potrebbe sembrare a prima vista.
Il ricordo di quei tragici avvenimenti si associa a quello dell’avvio di un biennio decisivo della storia del dopoguerra: le truppe naziste, ormai in ritirata, si preparavano a lasciare i territori del Mezzogiorno.
Territori presto riportati, grazie all’iniziativa militare degli Alleati, sotto il controllo del Regno d’Italia, che aveva stabilito a Brindisi la sua capitale provvisoria. Nei mesi successivi si sarebbero verificate, sempre più compiutamente, le condizioni per una ripresa della vita democratica dopo vent’anni di dittatura. Non sarebbero certo mancati vivaci contrasti tra le personalità e tra le forze politiche risorte, o nuove di zecca, divenute protagoniste di una fase nella quale era necessario, innanzitutto, assumersi la piena responsabilità di scelte e iniziative adottate in autonomia, per cominciare a risollevare le sorti di un Paese, stremato dalla guerra e messo a dura prova da lutti e rovine, che reclamava una urgente ed efficace opera di ricostruzione morale e materiale. Una difficile condizione, condivisa con gli altri Stati europei, vincitori e vinti, protagonisti in poco più di vent’anni di due guerre distruttive, esportate persino oltre i confini del Vecchio continente. Interrogandosi sul proprio passato e preoccupati del proprio futuro, alcuni di essi pensarono di mettere a fattor comune le risorse disponibili, ad incoraggiare la nascita di un mercato libero senza barriere doganali, a puntare addirittura ad un unico esercito, ad intraprendere un cammino di integrazione politica con l’ambiziosa prospettiva di una Unione su basi federali, dotata di istituzioni comuni. Nel giro di pochi decenni quella prospettiva, inizialmente sostenuta solo da pochi Stati fondatori e circoscritta a poche materie, si è andata progressivamente estendendo, giungendo a comprendere fino a 28 Stati, con un Parlamento, già dal 1979 eletto a suffragio universale diretto, e altre istituzioni comuni.
Proprio il Parlamento ed il Consiglio europeo nel 2006 hanno adottato una decisione che ha istituito un’azione comunitaria a favore della manifestazione “Capitale europea della Cultura “ a partire dal 2007, stabilendo che per il 2019 la scelta sarebbe toccata all’Italia ed alla Bulgaria . Come è noto, nel nostro Paese la procedura di selezione si è conclusa il 17 ottobre 2014, con la Raccomandazione da parte della Commissione esaminatrice al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo del tempo Dario Franceschini ad assegnare il titolo di Capitale europea della Cultura alla città di Matera.
Nel percorso di candidatura è emersa in tutto il suo valore la storia millenaria della città, che ha caratterizzato in maniera indelebile la sua identità, sin dagli insediamenti umani primordiali. Emblematica, sotto questo profilo, la vicenda dei “Sassi”, che sembrano rappresentare ancora il fulcro attorno a cui ruota la fase nuova che si apre proprio a venticinque anni dal prestigioso riconoscimento come patrimonio dell’umanità. Ma è stata ugualmente importante, come è stato ben detto, la sua voglia di futuro. Si è fatto riferimento poi da più parti al suo senso di comunità, che ha caratterizzato i momenti migliori della sua storia. Proprio lo stesso che le è valso, nel 2016, da parte del Presidente Mattarella, il conferimento della medaglia d’oro al Merito civile per “essersi resa protagonista di atti d’eroismo e di martirio per contrastare la violenza perpetrata dagli occupanti...splendido esempio di identità comunitaria e alto spirito umanitario, orientati ad affermare i valori di libertà e giustizia”. Ma anche lo stesso che anima il dossier messo a punto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 ed il programma delle iniziative e degli eventi che prenderanno il via il 19 gennaio 2019, che viene presentato alla presenza del Ministro per i Beni e le Attività culturali Alberto Bonisoli, chiamato a rappresentare il Governo anche nella cerimonia rievocativa del 21 settembre 1943. Una coincidenza che rafforza così, anche a posteriori, il filo che lega tra loro due eventi solo apparentemente distanti.
E’ proprio la sua storia speciale, infatti, ad aver favorito la scelta di Matera per rappresentare l’Italia come città capitale europea della cultura per il 2019. Una straordinaria opportunità, che non può non essere assistita da un grande sforzo sinergico di tutte le istituzioni e delle componenti più importanti del sistema paese, perché si realizzi il risultato migliore possibile, che potrà sempre essere rivendicato a merito di tutti.
Ci siamo cimentati in questa sfida con lo sguardo rivolto al dopo 2019 (“Open Future”), al fine di capitalizzare i risultati che saremo in grado di conseguire grazie allo sforzo sinergico che sarà possibile esprimere con determinazione ed efficacia. Sarà necessario evitare di farci paralizzare dalle divergenze e dalle diversità di valutazione, sia pur legittime, nell’ambito della comunità cittadina e tra i diversi livelli di rappresentanza istituzionale. Bisogna fare appello alla generosità che sempre deve riuscire a distinguere l’impegno straordinario per la propria terra dalle vicende ordinarie di tutti i giorni, proprio facendo tesoro dei tragici avvenimenti del settembre 1943, giustamente evocati come l’incipit di una storia nuova.