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Luca Mazzone: «Io, alfiere del Tricolore a Parigi con la Puglia nel cuore»

 
Gianpaolo balsamo

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Gianpaolo balsamo

Luca Mazzone: «Io, alfiere del Tricolore a Parigi con la Puglia nel cuore»

L'atleta terlizzese, ricevuto dal presidente della repubblica Sergio Mattarella, sarà portabandiera alle Paralimpiadi

Lunedì 17 Giugno 2024, 07:00

09:11

Papà Giuseppe gli diceva sempre di pensare di essere ultimo. Per vincere ogni sfida, per vincere l'avversario. E per essere il primo.

Quel consiglio Luca Mazzone lo ha seguito alla lettera e, nonostante già cinque partecipazioni ai Giochi Paralimpici con 3 ori e i 5 argenti vinti, il consiglio di papà Peppe continua ad essere il leitmotiv della sua vita, segnata 34 anni fa da un maledetto incidente. Era il 5 luglio del 1990 quando accadde qualcosa che segnò profondamente la sua esistenza: Luca era a Giovinazzo, al mare e mentre si divertiva con i suoi amici accadde che, a causa di un tuffo, urtò contro uno scoglio. Subì una lesione midollare che da quel momento lo rese paraplegico.

Quello fu il giorno della tragedia ma, anche, il giorno della rinascita di Luca Mazzone. Da quel momento in poi ha avuto inizio l'eterna sfida dell'uomo e dell’atleta originario di Terlizzi che, memore del consiglio di suo padre, in campo sportivo (e non solo) ha più volte vinto i suoi avversari. Ma, soprattutto, ha vinto ripetutamente se stesso. Con passione, forza di volontà e spirito di sacrificio.

Proprio per questo il campione plurimedagliato di handbike, Luca Mazzone (insieme alla velocista di atletica Ambra Sabatini) è stato prescelto come portabandiera della squadra azzurra ai XVII Giochi Paralimpici estivi Parigi 2024.

È quanto ha deciso la Giunta del Comitato italiano paralimpico su proposta del Presidente del Cip Luca Pancalli. Luca Mazzone e Ambra Sabatini hanno ricevuto, nei giorni scorsi, nei giardini del Quirinale, il tricolore direttamente dalle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e, insieme, avranno il compito di guidare la delegazione italiana in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi, in programma mercoledì 28 agosto.

«A Luca Mazzone - ha detto il Capo dello Stato alla presenza di atleti e vertici dello Sport - vorrei dire che lo considero, tutti lo consideriamo un emblema di come si riescano a mettere insieme aspetti apparentemente distanti nel tempo e nell’argomento, nell’oggetto. Quello di mettere insieme, l’esperienza paralimpica nel nuoto e nel ciclismo e di partecipare a sei Paralimpiadi. È davvero una dimostrazione di costanza e di versatilità».

Mazzone, vanto della Puglia sportiva, si avvicina dapprima al nuoto, con cui prende parte a tre edizioni dei Giochi Paralimpici: Sydney 2000 (dove vince 2 medaglie d’argento, nei 50 e 200 stile libero), Atene 2004 e Pechino 2008. Dopo Pechino si dedica al ciclismo. Nella specialità dell’handbike partecipa ai Giochi Paralimpici di Rio 2016 e Tokyo 2020, collezionando 1 oro nella crono, 1 oro nel team relay e 1 argento nella gara su strada in Brasile, 1 oro nel team relay, 1 argento nella gara su strada e 1 argento nella cronometro in Giappone. Ai Campionati Mondiali di ciclismo, dal 2013 a oggi, vanta 18 ori, 3 argenti e 3 bronzi.

«La cerimonia della consegna del Tricolore, non lo nascondo - commenta Luca Mazzone - mi ha emozionato. Così come mi ha emozionato quello che mi ha detto il presidente Mattarella che riesce sempre a trovare le parole giuste per tutti. Mi ha stretto la mano e mi ha detto: “Luca, siamo pronti per la tua sesta Paralimpiadi?”».

Lui, il campione pugliese, seguito dal preparatore Michele Maggi di Piacenza, si sta preparando sodo per sbaragliare gli avversari anche a Parigi. Dieta ferrea, allenamenti duri su strada ora nelle campagne tra Ruvo, Terlizzi, Corato e Castel del Monte e, tra qualche giorno, anche sulle montagne abruzzesi di Campo Felice, non spaventano super Luca.

Luca, cosa significa essere alfiere del Tricolore?

«È un onore al quale non avrei mai pensato e che mi ripaga di tanti anni di attività sportiva. Mi auguro che la mia storia e i miei sacrifici siano esempio per tanti ragazzi, non solo per chi ha avuto un incidente come il mio ma anche per chi vive un momento della vita particolarmente drammatico. Chiunque, vendendo me o noi, può riscattarsi senza abbattersi».

Cosa è la disabilità per Luca Mazzone?

«La disabilità è una roba complessa e non è solo una limitazione nel corpo o nelle attività cognitive. È un'esperienza fisica, è anche un'esperienza culturale e sociale quotidiana. Siamo molto sensibili a percepire il disagio che gli altri provano quando si rapportano con noi. Altre volte le nostre difficoltà vengono amplificate davanti alle barriere architettoniche che, per colpa di alcuni Enti preposti, continuano a “disabilitarci”».

Dopo Parigi, punterai ai settimi Giochi paralimpici?

«Chi lo sa. La vita va vissuta: incontri una persona che ti offre nuovi stimoli. La domanda me la posi dopo le Paralimpiadi di Pechino nel 2008 quando incontrai l’amico Vittorio Podestà e grazie a lui mi trovo a disputare le Paralimpiadi successive e, grazie a luci, ho preso la forza di lottare. L’handbike per la prima volta l’ho vista proprio a Pechino e me ne sono subito innamorato chiedendo informazioni a Vittorio Podestà su come funzionasse. Non ho mai avuto dubbi sul voler iniziare questa avventura dopo aver appeso il costume al chiodo».

Cosa rappresenta per te lo Sport?

«Il bello dello sport e che permette di socializzare, rende consapevoli del proprio corpo ed è salutare. Non riesco a vivere senza sport e senza sfide. Con lo sport ho superato i miei limiti».

Come vedi il tuo futuro?

«Ho in cantiere tanti progetti, uno tra questi è quello di poter aiutare le nuove generazioni ad avvicinarsi al mondo del paraciclismo magari al interno della nazionale».

Luca Mazzone è l’unico pugliese ad essere portabandiera dell'Italia alle Paralimpiadi 2024. Un altro eccellente alfiere della Puglia alle Olimpiadi fu la «Freccia del sud» Pietro Mennea, campione indimenticato.

«Porterò la Puglia nel mio cuore quando sventolerò a Parigi il Tricolore», conclude super Luca che, frattanto, non lo nasconde, attende un «in bocca al lupo» anche dal governatore della sua amata Regione.

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