Sabato 27 Dicembre 2025 | 21:33

«Rimorse», il tarantismo come danza di liberazione e memoria viva

«Rimorse», il tarantismo come danza di liberazione e memoria viva

 
Redazione online

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«Rimorse», il tarantismo come danza di liberazione e memoria viva

Al Teatro Cavallino Bianco di Galatina la produzione di Teatrodanza Skenè, diretta e coreografata da Patrizia Rucco, rilegge la Pizzica-Taranta in chiave contemporanea come metafora di emancipazione femminile, identità collettiva e resistenza culturale

Sabato 27 Dicembre 2025, 19:22

Domenica 28 dicembre alle ore 20.30 il Teatro Cavallino Bianco di Galatina apre le porte a Rimorse, una produzione originale di teatrodanza firmata da Teatrodanza Skenè, diretto e coreografato da Patrizia Rucco, con ingresso libero. Lo spettacolo si inserisce nel quadro delle iniziative legate alla candidatura della Pizzica-Taranta a patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO, confermandosi come un progetto artistico che intreccia tradizione, contemporaneità e riflessione sociale.

“Rimorse” nasce da una rilettura contemporanea del tarantismo, inteso non come fenomeno folklorico cristallizzato nel passato, ma come patrimonio culturale vivo, capace di parlare ancora oggi di liberazione, memoria e riscrittura identitaria. Al centro della creazione c’è lo sguardo sulle esperienze femminili di ieri, di oggi e di domani, unite da un filo comune fatto di resistenza, consapevolezza e trasformazione.

Il titolo stesso, “Rimorse”, evoca il morso del ragno ma anche ciò che resta, ciò che continua a pulsare sotto la pelle della storia collettiva. In scena, il tarantismo viene interpretato come danza di liberazione e di uguaglianza, un linguaggio corporeo che attraversa il tempo e che trasforma il dolore in gesto, la sofferenza in forza creativa. Donne di epoche diverse si incontrano simbolicamente nello stesso movimento: ogni passo è una conquista, ogni gesto un’affermazione, un tentativo di interrompere il ciclo del morso e spezzarne le catene invisibili.

“Rimorse” racconta una storia di veleno ma anche di resistenza, una celebrazione della capacità delle donne di reagire, di reinventarsi, di trasformare la ferita in arte. La danza non si ferma neanche quando il ragno morde, perché la libertà, come suggerisce lo spettacolo, ha sempre bisogno di essere riconquistata, movimento dopo movimento, atto dopo atto. Il tarantismo diventa così un richiamo potente a riprendere un potere perduto, a riconnettersi con le proprie radici e a usare la propria voce, forte e chiara, come strumento di autodeterminazione.

Sul palco si alternano e si intrecciano le interpretazioni di Gianni Aniceto, Manuela Cavone, Silvia Ciardo, Federica De Filippi, Emanuela Di Chiara Stanca, Eleonora Gemma, Giuseppe Inguscio, Maura Manno, Titti Mastria, Marta Nicolì, Paola Todisco, Marilù Tommasi, Viviana Sorrento, Stefania Traficante, con la partecipazione degli studenti degli Istituti scolastici di Galatina e della scuola di danza Dance Art, a sottolineare il valore comunitario e generazionale del progetto.

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