L'intervista

«Ho scritto un libro di opposti, di vita e di morte, tutto è circolare»: tour di presentazione per Erica Mou

Bianca Chiriatti

La cantante e scrittrice in giro per la Puglia con il romanzo «Una cosa per la quale mi odierai» (Fandango)

Si intitola Una cosa per la quale mi odierai (Fandango) il nuovo libro della cantautrice e scrittrice Erica Mou, che da oggi è in giro per la Puglia per il tour di presentazione e fa tappa stasera, alle 19, al Madà Concept Store di Tricase; domani, 4 novembre, negli spazi di Tagliatelle - Stazione Ninfeo a Lecce (ore 19.30), martedì 5 novembre, sempre alle 19.30, al Castello Volante di Corigliano d'Otranto, per poi spostarsi il 6 a Molfetta, il 7 a Fasano, l’8 a Conversano.

Erica Mou ha raccontato alla Gazzetta qualche suggestione su questo lavoro, una storia autobiografica che racconta la malattia e la morte della madre, e la riscoperta di un diario che le ha fatto compagnia durante la gravidanza che dieci mesi fa l’ha resa mamma della piccola Bianca. L’intervista integrale è disponibile sul sito del giornale.

Da dove è arrivata la spinta per affrontare un tema così delicato?
«È una storia personale di cui volevo parlare da tempo, ma sicuramente è stato determinante l’aver aperto questo diario che mia madre ha tenuto nei 9 mesi di malattia. Un tempo simbolico, anche perché l’ho letto mentre ero incinta, e questa simmetria, circolarità, mi hanno fatto capire che era il momento giusto per mettere in ordine questo tempo della mia vita attraverso un dialogo tra me e lei, in cui si inserisce anche la “me” di dieci anni fa».

Qual è il suo rapporto con il tempo?
«Non è mai lineare, anche in relazione a questo evento ci sono state dilatazioni e accelerazioni pazzesche, momenti in cui sentivo mia madre ancora presente e vicina, e momenti in cui mi sembrava tutto lontanissimo. Mi piace pensare che lasciandoci ci abbia rimesso al mondo, abbia dato il via a una nuova vita, poi ribadisco questa circolarità, periodi a distanza di anni che sembrano sovrapporsi a cose già accadute, ma che ci trovano diversi.

Alla fine anche il nuovo album si chiamerà Cerchi, uscirà a breve
«Sia il disco che il romanzo sono figli di un tempo in cui Bianca non era ancora nata, ma quando la aspettavo mi sentivo capace di fare zoom rapidissimi tra ciò che stavo vivendo e il quadro generale. Ho approfittato di questo momento per tirare fuori ciò che sentivo, in parole e musica. E anche se i figli hanno la forza di trasformare tutto di continuo, sono molto felice di riuscire a portare avanti i miei progetti nonostante questo grande cambiamento. Ne parliamo spesso con le colleghe, dell’incertezza di mettere al mondo un bambino per chi fa il nostro lavoro. Mi sento molto fortunata».

Che feedback sono arrivati dalla sua famiglia dopo aver raccontato una storia così intima?
«Sono stati tutti di grande supporto nel periodo di scrittura, nessuno ha voluto leggere in corso d’opera, ma sapevano che quel materiale lo stavo maneggiando con cura. Non mi sono mai sentita censurata o in colpa. Invece mi emozionano le parole dei lettori, perché è vero che ho parlato dei dettagli di una singola famiglia, ma tanti si stanno riconoscendo, anche chi non ha vissuto situazioni simili, e trovano un’eco nella loro vita».

Il titolo, che è una frase reale che le disse sua madre per comunicarle che aveva un cancro, è nato prima o dopo la stesura?
«È stata l’ultima cosa, anche se è proprio l’origine di questa storia, e lo racconto nelle primissime pagine. C’è la parola “odiare”, che è forte, ma racchiunde un grande amore. È un libro di opposti, parla di amore e di vita, perché quando le cose vengono vissute alla massima intensità, in qualche modo riacchiappano un’altra faccia di sé».

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