L'intervista

La Sad in concerto a Gallipoli: «Oggi più consapevoli, energia punk ma anche progettualità»

Bianca Chiriatti

Il trio formato da Theø, il pugliese Plant (di Altamura) e Fiks porta il SummerSad Tour 2024 a Gallipoli, nel cartellone dell'Oversound Music Festival

Fa tappa domani, martedì 30 luglio, al Parco Gondar di Gallipoli, nel cartellone dell'Oversound Music Festival, il Summersad Tour 2024 de La Sad. Il trio, formato da Theø, il pugliese Plant (di Altamura) e Fiks, continua il suo percorso tra chitarre distorte, attitudine punk, testi immediati e uno straordinario legame con la generazione odierna, di cui canta le fragilità, gli errori che non vanno rinnegati e la speranza per il futuro. Il tour, prodotto da Magellano Concerti, proseguirà poi a Udine, Breno, in Valcamonica, in Versilia e in altre parti d'Italia per arrivare al gran finale, il 7 settembre, al Carroponte di Milano. La «Gazzetta» li ha intercettati tra uno spostamento e l'altro per raccogliere qualche impressione prima della data pugliese.

Come sta andando questa estate?

«Tutto bene, siamo carichi, le persone stanno rispondendo al massimo e dopo Sanremo il pubblico si è ampliato, oggi oltre ai giovani vediamo genitori, bambini, anziati, curiosi. Tutti pogano e lo fanno bene. Poi stiamo spingendo parecchio anche in sala prove, ci esercitiamo, lo show è ricco di momenti in cui si ride, si piange, c'è tanta energia nell'aria».

Voi siete sempre stati portatori di messaggi non scontati...

«Sì, musicalmente si è un po' sdoganata la fragilità a livello testuale, si cantano le debolezze, prima non si faceva, specialmente in Italia. Invece noi portiamo la nostra forza, andiamo avanti, siamo felici di essere portavoce di una generazione. Ci danno dei bei feedback, c'è chi ha evitato atti estremi grazie alla nostra musica e ai nostri concerti, ci sentiamo una famiglia con chi ci ascolta».

Sanremo in cosa vi ha cambiato?

«Sicuramente c'è stata una bella esplosione di pubblico, ma ci ha insegnato a essere più consapevoli. Oggi lavoriamo con più ritmo, ci dedichiamo alle cose, studiamo con i vocal coach, facciamo bene il riscaldamento, è nata una routine più scandita. È bello lavorare più seriamente, c'è più progettualità».

Al SummerSad Fest lo scorso 26 luglio a Igea Marina avete portato sul palco tanti amici, i BNKR44, i dARI e tanti altri. Che idea avete di questo panorama musicale attuale? Vi capita di dare mai qualche consiglio agli esordienti?

«È stato bello ospitare tanta gente che sta spaccando! Noi però non ci sentiamo mica veterani tanto da poter dare un qualsiasi tipo di consiglio. Stiamo tutti facendo un percorso, ognuno il suo, ci interfacciamo come amici, ma artisticamente ognuno ha il suo viaggio, come è giusto che sia».

Plant, lei è pugliese. Che emozione prova a suonare nella sua regione?

«Intanto è la prima volta che suoniamo in Salento, quindi siamo molto contenti. I parenti e gli amici verranno a sentirci, la Puglia non fa mai mancare il suo calore: dopo l'instore a Bari andammo via con chili di cibo, taralli, pane. Ho ancora il ricordo del nostro driver con una busta pesantissima sulle spalle: sembrava Babbo Natale».

E dopo l'estate?

«Ci stiamo già chiudendo in studio, stiamo preparando qualcosa di sostanzioso. Torneremo con nuova musica».

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