LETTERE ALLA GAZZETTA
Non solo petrolio nei problemi della Basilicata
È nostra la sindaca che chiama l'imprenditore: «Devi assumere mio cugino. Non è geologo, è geometra ma tra due mesi deve sposarsi».
È nostro il gaio tuttappostismo paesano dell'Arpab.
È molto nostra la scelta di usare i soldi del petrolio per tornei di calcio e per l'illuminazione delle feste patronali.
È molto nostra la classe politica locale, adesso barricadera no-triv ed eco, capace di mantenere nell'emergenza rifiuti (rifiuti urbani) una regione grande più delle Marche e meno popolata di un sesto di Napoli.
È molto nostro il primato dell'aumento nel consumo di suolo, mentre la popolazione negli stessi ultimi quindici anni diminuiva di 40mila unità.
Perciò mi chiedo: finito il petrolio, finisce il pericolo? O dato il nostro pressappochismo dopo il petrolio chissà cos’altro c'è?
Antonio M. Orlando, Policoro (MT)