l'arte i tempi del Coronavirus
Gioia del Colle, l'artista del «silenzio» che genera capolavori con la Bic
Michele Barberio, giovane architetto che vive nei Sassi di Matera, sta trascorrendo questi giorni di emergenza Covid in Puglia. Ha riscoperto una sua innata passione
GIOIA DEL COLLE - Dare sfogo alla fantasia con una Bic e riscoprire l’estro accantonato in un cassetto, proprio come quella mitica biro con la quale a fatica facevamo qualche disegnino a scuola, sottraendo inchiostro ai calcoli e alla noia della scrittura obbligata.
Capita anche questo ai tempi del Coronavirus. E può capitare che, proprio come per i grandi artisti, una semplice Bic diventi lo strumento per realizzare volti umani che diventano piccoli capolavori. È capitato a Michele Barberio, giovane architetto originario della provincia di Bari che, insieme ad altri colleghi, ha messo su «Xyz Factory» tra i Sassi di Matera, un innovativo laboratorio creativo che opera nell’ambito dell’architettura e del design.
«La quarantena di questi giorni che sto trascorrendo in Puglia, nella casa dei miei genitori a Gioia del Colle – racconta Michele Barberio che dipinge da quando era giovanissimo- e la necessità di sottrarmi al sovraffollarsi di messaggi e di comunicazioni varie sui nostri canali, ripugnando l'abuso delle parole e degli inutili sproloqui, hanno fatto sì che la pittura e il disegno tornassero ad abitare il mio tempo, a casa».
E così il giovane architetto ha rispolverato quella vecchia Bic trovata nel cassetto della sua scrivania e ha dato sfogo alla sua passione sua passione per il disegno e per l’arte. Uno dopo dopo l’altro, sotto i tratti della penna, solo ed esclusivamente una Bic biro a sfera, Michele Barberio ha immortalato su foglio e cartoni una serie di ritratti e sguardi che lasciano letteralmente a bocca aperta. Appese ad un muro di casa, quelle che a prima vista sembrerebbero foto monocromatiche di volti di persone, sono in realtà accurati disegni realizzati con una semplice Bic. Gli sguardi che immortala sembrano voler parlare, trasmettere la stessa ansia che l'artista, probabilmente, sta provando in questo periodo di incertezza.
I suoi disegni trasudano arte, un’arte bella, da ammirare, da cui traspare la dedizione totale e la passione viscerale per la proporzione, per il chiaroscuro, per le sfumature e per i dettagli. Che, Michele ci confida, solo col silenzio si possono cogliere.
«Ho da subito ritenuto che il disegno e la pittura fossero gli abitanti giusti per comporre quel necessario silenzio che fosse terapeutico per ME dinanzi all'assordante rumore mediatico e per CHI in questi tempi sta soffrendo di un dolore straziante, nella malattia mista alla solitudine, propria o delle persone più care. In momenti come questi il silenzio è più che mai necessario, doveroso, coerente con le intenzioni di rispetto e di solidarietà che meritano coloro i quali sono attraversati dalla sofferenza».
È risaputo, d'altra parte, che è il silenzio a genera un’opera. L'arte nella sua genesi è solitaria. Non a caso, l'artista è stato definito anche come «poeta del silenzio».
«Il silenzio - aggiunge Michele Barberio - è uno spazio religioso, profondamente umano e per questo fecondo. Per chi, poi, "frequenta" l'arte il silenzio è il luogo dell'esistenza, in cui parlare a sé stessi e lasciare una traccia di sé agli altri. È così che ho scelto di vivere questi giorni, lasciandomi attraversare da alcune immagini, da alcuni sguardi e di disegnarli, più che dipingerli, su quei fogli e quei cartoni che erano, sono a casa, in una condizione improvvisata, emergenziale anche questa, poiché non pianificata, lontano dallo studio/laboratorio a Matera».
Il pensiero del giovane architetto pugliese vola ai suoi colleghi e al «Xyz Factory» che, in poco tempo, si è affermata in un’impresa sperimentale impegnata nella produzione di mobili in edizioni limitate, oggetti d’arredo, piccoli complementi e design ecosostenibile: un generatore di energia creativa in grado di intervenire nell’ambito del product design, fuori dalle grandi e dilaganti produzioni in serie
Un luogo, insomma, dove quotidinamente si vive l'arte. E dove l'arte diventa ragione di vita.