Martedì 30 Dicembre 2025 | 17:24

A Bari San Girolamo è diventata la capitale del surf

A Bari San Girolamo è diventata la capitale del surf

 
Redazione online

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Appassionati degli sport del mare vengono nel capoluogo anche dall’estero durante tutto l’anno

Martedì 30 Dicembre 2025, 14:02

Bari non è più solo una meta estiva. Lo raccontano le mute lasciate al sole, le tavole che entrano in acqua anche in pieno inverno e lo conferma una famiglia arrivata in città la settimana scorsa da Bruxelles - mamma, papà e due bambini - per planare sulle onde della costa nostrana. Un segnale di come il turismo sportivo stia contribuendo alla destagionalizzazione del litorale, attirando visitatori dal nord Europa durante tutto l’anno. Soprattutto giovani appassionati di surf, windsurf, stand up paddle (il surf con pagaia) e altre nuove discipline acquatiche.

Il punto di riferimento è il waterfront di San Girolamo, dove la Scuola Surf è diventata negli anni un vero hub per gli sportivi. Qui arriva gente da ogni dove, anche dall’estero, nei mesi tradizionalmente considerati «di bassa stagione», supportati da servizi di trasferimento dall’aeroporto al centro città e, in estate, da collegamenti dedicati ai campi sportivi. A marzo sono attesi anche circa sessanta studenti Erasmus, segno di una città sempre più internazionale.

«Il tanto discusso concetto di destagionalizzazione sul litorale è stato da tempo superato», spiega Beppe Caldarulo, fondatore della Scuola. «Le tavole - spiega - escono in mare anche fino a dicembre, con temperature eccezionali e condizioni di vento perfette. Gli unici mesi veramente freddi alla nostra latitudine sono gennaio e febbraio, ma a marzo si riparte. Nei prossimi giorni lo scirocco porterà in mare tante vele». Tavole pronte, quindi, sguardo all’orizzonte, concentrazione prima di entrare in acqua.

Uomini e donne di tutte le età che negli sport acquatici trovano un modo per staccare dalla routine quotidiana, trasformando il waterfront barese nelle «Canarie» dell’Adriatico.

La scuola di Caldarulo porta avanti anche numerosi progetti rivolti ai più giovani: da aprile a giugno sono coinvolti novantasei ragazzi tra i 13 e i 17 anni in un percorso di trenta ore complessive, suddivise in tre appuntamenti mensili. Il mare, quindi, ha anche una forte funzione sociale: i giovanissimi sulla tavola da windsurf imparano prima di tutto il rispetto per il mare e per le sue regole. «Noi insegniamo ai ragazzi che quando siamo a largo siamo tutti uguali e dobbiamo rispettare le stesse regole. Non solo: questo sport richiede concentrazione, capacità di affrontare piccole sfide e aiuta a costruire fiducia in sé stessi. Disciplina e resilienza, dunque. Tutte qualità che servono anche nella vita di tutti i giorni. E questo fa tanto bene a tutti. Non solo alle giovani generazioni».

A questi si aggiungono attività per bambini dai sei anni in su. La novità di quest’anno a partire dalla prossima primavera sarà la «Scuba Experience», una immersione in compagnia di un professionista per conoscere i nostri fondali. Sarà allestito un galeone per simulare una caccia al tesoro. Previsti anche tra aprile e maggio percorsi di formazione per assistenti e istruttori.

«Sono oltre mille i surfisti che transitano nella mia scuola. Quando abbiamo iniziato a Torre Quetta eravamo trecento - racconta Caldarulo -. In pochi anni è cambiato tutto. Il rapporto tra i baresi e il mare è diventato più forte, più viscerale. C’è chi non ha mai smesso di surfare e oggi può farlo a pochi passi da casa. E ci sono tanti giovanissimi che si avvicinano non solo al windsurf, ma anche al kitesurf e al wing foil. Certo - aggiunge - dobbiamo ancora lavorare su una parte della città che associa il mare solo all’estate dimenticando che è con noi tutto l’anno. In questo i turisti del nord Europa ci danno il buon esempio. A loro non importa la temperatura dell’acqua, c’è sempre la muta giusta per entrare in mare e per inseguire l’onda perfetta».

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