Economia e lavoro
Cgil, a Bari sono 18 i tavoli di crisi e 2.228 i lavoratori coinvolti nella zona industriale
L'iniziativa «Il futuro dell’industria barese» si è tenuta stamattina nel salone del Consorzio Asi di Bari promossa da Cgil Bari, insieme alle categorie provinciali di Fiom e Filctem.
BARI - Nell’area industriale di Bari sono 18 i tavoli di crisi e 2.228 i lavoratori coinvolti. A rivelarlo è Cgil in una nota, in occasione dell’iniziativa «Il futuro dell’industria barese», organizzata questa mattina nel salone del Consorzio Asi di Bari e promossa da Cgil Bari, insieme alle categorie provinciali di Fiom e Filctem.
«Questo luogo - ha detto la segretaria generale provinciale del sindacato, Gigia Bucci - deve essere la casa delle lavoratrici e dei lavoratori e vogliamo che si crei uno spazio sindacale unitario che possa essere vissuto da tutte e tutti in assemblee, un luogo aperto a chi produce lo sviluppo industriale, un luogo democratico». Una proposta, questa, lanciata al presidente del Consorzio Asi, Pierluigi Vulcano, che ha aperto l’iniziativa. «Stiamo inaugurando un nuovo approccio politico di tipo collettivo e confederale rispetto al comparto industriale - ha proseguito Bucci -. I problemi dei lavoratori della Baritech, della Bosch o altri sono vertenze di tutti e non della singola categoria».
L’appello è, quindi, a «un approccio più ampio perché siamo per la prima volta dinanzi a un passaggio tecnico e politico importante», nel quale occorre «governare le transizioni, renderle inclusive e democratiche altrimenti ci troveremo a gestire le dismissioni industriali con il rischio di diventare altro e lentamente morire, allontanandoci sempre più dal modello di Paese che è stato, e cioè industriale e manifatturiero», ha concluso Bucci. All’iniziativa hanno partecipato, fra gli altri anche il segretario generale della Fiom Cgil Bari Ciro D’Alessio, il segretario generale Ficltem Cgil Bari Saverio Fraccalvieri, il docente di Economia politica all’università di Bari Francesco Prota e il capo della task force regionale Leo Caroli.
FIOM BARI: MANCA POLITICA PER REALE RICONVERSIONE DELLE AZIENDE
«Aziende come Bosch, Getrag o Magneti Marelli per quanto riguarda il settore dell’automotive, e come Engie o Ac Boilers (ex ansaldo caldaie di Gioia del Colle) nel settore dell’energia, nei prossimi anni subiranno o un forte ridimensionamento di personale o la chiusura totale del sito. Nonostante i ripetuti appelli da parte del sindacato, non esiste ancora una vera politica industriale che miri ad una reale riconversione delle aziende verso produzioni di nuova generazione».
Lo ha detto il segretario generale di Fiom Cgil Bari, Ciro D’Alessio, in occasione dell’iniziativa 'Il futuro dell’industria baresè, organizzata questa mattina nel salone del Consorzio Asi di Bari e promossa da Cgil Bari, insieme alle categorie provinciali di Fiom e Filctem.
«Mancano strumenti utili a gestire la fase di transizione - ha aggiunto -. La crisi industriale nel nostro Paese non può essere affrontata per settori ma deve essere affrontata in maniera generale». Quello che Fiom Cgil Bari chiede, ha concluso, «è che ci sia un’unica cabina di regia, che coordini gli interventi e dia una prospettiva generale all’industria del nostro Paese».